La sfiducia a Parmesani è un “flop”

La mozione di sfiducia di Casale Democratica e altri contro il sindaco Parmesani non è ricevibile e non darà corso a un dibattito in consiglio comunale: la segreteria comunale ha ufficialmente archiviato la richiesta per “vizio di quorum”, dal momento che la mozione di sfiducia da regolamento necessita di almeno otto firme mentre quella presentata si fermava a sette. Caustico il commento del primo cittadino: «La prossima volta spero almeno che si fermino a fare due conti prima di ripresentarla». Nel corso dell’ultimo consiglio comunale il consigliere di Casale Democratica Federico Moro, segretario del Pd casalino, aveva annunciato la deposizione di una mozione di sfiducia verso il sindaco, e nei giorni successivi aveva protocollato il documento.

In questi giorni, però, il segretario comunale ha comunicato ai firmatari l’impossibilità di procedere con la richiesta, che prevede la convocazione di un consiglio comunale apposito, perché non era stato raggiunto il quorum necessario di due quinti, pari a otto firme. In calce al documento presentato, infatti, c’erano le firme di cinque consiglieri di Casale Democratica su sei, dell’ex assessore Pietro Pea dell’Udc e del consigliere di Movimento R- Evoluzione Leopoldo Cattaneo.

«È stato un errore formale: il capogruppo di Casale Democratica Andrea Bossi era in partenza e non gli abbiamo fatto sottoscrivere il documento, e così per una firma non abbiamo raggiunto il quorum, ma la questione non cambia, è solo posticipata - spiega Moro, primo firmatario -. A breve procederemo con le nuove firme, quelle precedenti più quella del consigliere Bossi e forse anche quella di Antonio Palermo. Per noi l’atto in sé è importante perché, al di là dell’esito, metterà in evidenza come la maggioranza non ci sia più, aggrappata ogni volta a un singolo voto». La mozione è stata presentata dopo l’allontanamento dell’Udc Pea dalla giunta: ora in consiglio la maggioranza conta su 11 voti compreso quello del sindaco, la minoranza su 10, anche se Andrea Maestroni spesso si è schierato con la maggioranza.

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