Rotonde buie, asfalto rovinato, pezzi incompiuti: è lo stato in cui versano le due principali opere della Bassa inaugurate pochi mesi fa ma già problematiche. La nuova tangenziale di Codogno, inaugurata a fine settembre, deve fare i conti con il sottopassaggio della Maiocca ancora da completare, la nuova rotatoria in corrispondenza di Maleo-Cavacurta rimasta al buio dopo che un’auto ha distrutto la centralina e le gimkane da “formula uno” per entrare e uscire in corrispondenza di Casale-Codogno, con la grana inoltre del contenzioso con la ditta che aveva iniziato l’opera. Fra Caselle Landi e Santo Stefano, la variante alla provinciale 116, battezzata la scorsa estate, ha più di un difetto di fabbrica a cui far fronte: l’asfalto, nuovo, è già deformato. Resta un’incognita poi la fine stessa dell’intero cantiere che per potersi definire davvero “concluso” deve veder realizzato il nuovo ponte sul Gandiolo. E i timori che i tempi si allunghino sono giunti anche dal Comune di Caselle Landi, preoccupato alla luce del concordato preventivo verso cui si starebbe avviando la ditta bresciana Fimet che si era aggiudicata l’appalto con un ribasso del 36 per cento.
La riqualificazione del tratto di sp 116 che da Santo Stefano arriva a Caselle nasce dall’esigenza di mettere in sicurezza una strada stretta, piena di curve e in parte transitante sulla sommità arginale. «Sono passati più di 3 anni dall’inizio dei lavori per un’opera che poteva essere tranquillamente realizzata in 6 o 8 mesi e purtroppo non se ne vede la fine - ha tuonato il vicesindaco di Caselle Roberto Tantardini -: manca l’ultimo tratto che dovrebbe congiungersi al rondò di Santo Stefano, il ponte è stato realizzato a metà, manca l’illuminazione nei tratti più pericolosi pur essendo stati installati i lampioni e credo che questo non risponda a quanto previsto dal codice della strada, alla faccia della messa in sicurezza, e da mesi i lavori sono stati interrotti». Ma Tantardini va ancora più a fondo: «Il manto stradale inaugurato 6 mesi fa presenta numerosi cedimenti lungo tutta la carreggiata, nonostante siano già intervenuti sia l’impresa che i cantonieri per cercare di riparare i danni e non serve essere un esperto per capire che ci sono problemi seri di tenuta del fondo stradale; a questo punto - ha attaccato -, avrei alcune domande, ma a rispondere sarebbe opportuno fossero i tecnici responsabili dell’opera e non il presidente della Provincia Mauro Soldati, che pur trovandosi tra le mani questa gatta da pelare, non ha alcuna responsabilità in quanto sia l’affidamento dei lavori che la scelta della direzione lavori risalgono all’ex giunta Foroni». Per quali ragioni tecniche sono state concesse tutte queste sospensive dei lavori? Perché i cedimenti dell’asfalto in un’opera nuova, pagata con soldi pubblici? Carenze progettuali o materiali non idonei? Come si intende procedere per il definitivo riprestino?: queste le domande di Tantardini.
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