Le zone “a rischio” nel Lodigiano

Solventi clorurati e arsenico nelle acque sotterranee e nel terreno di quattro aree del Lodigiano: Provincia di Lodi e Arpa stringono un protocollo per la loro individuazione. È stata definita e sarà firmata nei prossimi giorni la convenzione tra i due enti con cui Arpa di Lodi assume l’incarico di ricercare la sorgente di inquinamento nelle quattro aree, due a Lodi, una a Sordio - Casalmaiocco, una a Fombio - Codogno.

Nei giorni scorsi la Provincia di Lodi ha approvato il protocollo d’intesa con Arpa per l’attuazione dei programmi d’intervento già concordati con Regione Lombardia. Attualmente sono stanziati 25mila euro per i primi interventi, ma la previsione della Regione è di oltre 100mila euro di finanziamento per il triennio fino al 2014.

«In alcuni casi rileviamo la presenza di inquinanti, la sorgente e la responsabilità, e l’intervento di bonifica viene messo in capo ai responsabili - spiega il direttore dell’Arpa di Lodi Walter Di Rocco-. Non sempre è possibile, però. Nei casi delle quattro aree oggetto d’indagine, scopo delle analisi e dei rilievi è proprio quello di individuare la sorgente, se possibile, e magari di assegnare quindi la bonifica al responsabile. Ma non è detto che ci si riesca. In quel caso, la conoscenza esatta del plume di contaminazione, ovvero dell’area di contaminazione e della sua sorgente, è utile per definire l’intervento del soggetto pubblico, o per una bonifica o per il contenimento dell’inquinamento e per seguirne l’attenuazione nel tempo».

Le due aree di Lodi sono in zona ospedale (ex Sael) e in via Sant’Angelo, nell’area del punto vendita Total ex Agip. In entrambi i casi l’inquinamento riscontrato è relativo a una contaminazione da solventi clorurati. Allo stesso tipo di inquinamento è riconducibile l’area da bonificare tra Fombio e Codogno, la più vasta di tutte e relativa in senso generico al grande comparto industriale dove tra gli altri hanno avuto sede importanti aziende chimiche del territorio, l’ultima la Akzo Nobel. Infine, a una contaminazione d’arsenico nella falda acquifera superficiale dovuta a contaminazione da metalli pesanti è invece riconducibile l’area di bonifica tra Sordio e Casalmaiocco. Per tutte le aree sono previste operazioni preliminari di analisi e campionamento, la realizzazione di piezometri per definire il plume di contaminazione (cioè il perimetro di contaminazione che ha di norma uno sviluppo non lineare, ma a piuma) e individuare le fonti di contaminazione esterne ai siti, cioè la sorgente, in modo da attribuire anche eventuali responsabilità (e costi).

«In tutti e quattro i casi non ci sono pericoli per l’uomo, altrimenti avremmo già messo in atto procedure d’urgenza - afferma Di Rocco -. Al tempo stesso c’è una lesione all’ambiente e anche significativa, in alcuni casi con valori molto alti di inquinanti. Il nostro compito è quello di analizzare e definire al meglio la contaminazione, poi realisticamente si valuterà se sarà il caso di intervenire o meno con operazioni di bonifica diretta o se attendere l’opera del tempo per l’attenuazione naturale della contaminazione».

Andrea Bagatta

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