Un mese da caldo record, magari non proprio dall’Unità d’Italia in poi, ma «almeno per gli ultimi cinquant’anni»; e in coda a un’estate che le tante “stranezze” hanno reso normale, e che tra poche ore uscirà definitivamente di scena lasciando spazio a un autunno in dolce ritardo.
Andrea Giuliacci, noto meteorologo del centro Epson, archivia così una stagione piena di sole, sostanzialmente nella media e con qualche eccezione comunque gradevole. Un giugno «un po’ altalenante» e l’inversione delle tendenze tra luglio e agosto, con il primo più brutto (ma fresco) del secondo, non hanno stravolto «un’estate tutto sommato nella norma, almeno nel complesso», come la definisce l’esperto.
E il meteo si è rivelato sostanzialmente generoso anche nell’unica vera grande anomalia, settembre, dove pur risparmiando lodigiani e lombardi dall’asfissia tipica dei mesi più caldi, le temperature hanno “stracciato” i dati medi storici.
«È stato decisamente un mese insolito, soprattutto per le temperature: il più caldo almeno dal Dopoguerra, momento dal quale abbiamo una serie di dati che permettono un confronto serio - spiega Giuliacci -. Le medie, con tante giornate attorno ai 28 gradi, sono state superiori di circa 6 gradi rispetto alla norma: ed è tanto! E ancora più insolito è che, tranne qualche giorno, lo siano state costantemente, e soprattutto nella parte finale del mese. Sì, è stato decisamente un mese insolito, anche se più che altro nelle ore diurne, che sono peraltro diminuite».
Se è vero che l’estate «prototipo, da manuale, capita raramente», il 2011 lascia dunque in eredità un evento da ricordare. E ormai agli sgoccioli, con un ritardo di quasi due settimane dalla canonica “scadenza” da calendario: «Non durerà molto - chiosa infatti Giuliacci -. Fino a giovedì ci sarà ancora questa coda d’estate, ma nel fine settimana il passaggio veloce di un paio di perturbazioni ricambierà l’aria: non significa che arriverà il freddo, ma le temperature saranno più consoni alle medie, attorno ai 20 gradi. Insomma, non sarà ancora il tempo di tirare fuori il cappotto: magari la giacchetta».
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