Livraga: «Il disastro del Frecciarossa si poteva evitare»

Gli operai di Rfi avrebbero dovuto installare dei morsetti di acciaio sullo scambio impazzito invece si erano fidati dei quadri di controllo elettronici

Sarebbe bastato mettere i morsetti previsti dalla procedura “articolo 8” sullo scambio che funzionava male, per evitare il disastro ferroviario del Frecciarossa al Posto movimento di Livraga, al confine con Ospedaletto, la mattina del 6 febbraio 2020. È stato ribadito anche ieri in tribunale a Lodi dai testimoni dell’accusa che continuano a sfilare. Ma per la seconda udienza di fila, dopo la precisa ricostruzione tecnica e normativa che a inizio dibattimento era stata portata dagli investigatori del Noif della polizia ferroviaria, le parole di ex dipendenti di Rfi sembrano squarciare il velo su una prassi operativa, su un modo di lavorare sicuramente qualificato ma ben distante da manuali e protocolli.E a questo punto anche i parenti delle due vittime dell’incidente ferroviario, i macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù, sbottano: «La nostra impressione è che consuetudine, quotidianità, lassismo, al di là dei rigidi dettami e regolamenti, stiano emergendo dal sistema delle ferrovie».

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