Manager di Casale nel “paradiso” del Lussemburgo: «Qui si vive bene»

IL PERSONAGGIO Angelo Ferrari, 51 anni, lavora nel quartier generale della Ferrero

Una sorta di nuovo Eden dove si vive bene, il welfare è tra i più avanzati al mondo e si può arrivare a guadagnare fino a 6mila euro al mese. La notizia ha avuto un certo risalto sulla stampa nazionale in questi giorni e in molti hanno guardato al Lussemburgo, eccolo l’Eden, come a un Paese modello. Sotto diversi punti di vista, non ultimo appunto quello retributivo. La metà dei 600mila residenti in questo angolo d’Europa “felix”, incastonato tra Belgio, Francia e Germania, è straniera. E dopo i portoghesi, la seconda comunità più folta presente nel Granducato è quella italiana. Tra i nostri connazionali c’è anche un lodigiano, manager della Ferrero, quella della Nutella, sbarcato qui nel giugno del 2013. Angelo Ferrari, 51 anni, di Casalpusterlengo, conferma tutto quello che i giornali italiani hanno scritto in questi giorni del “suo” Paese. «Tutto vero – racconta -, come è vero anche che qui c’è un salario minimo riconosciuto di 2.500 euro al mese, con la differenziazione tra lavoratori non qualificati e qualificati». Ma stipendi così alti vanno solitamente a braccetto con un costo della vita piuttosto elevato: «Per un espresso possiamo arrivare a pagare anche 3 euro e per una margherita anche 12 euro» prova a fare due conti Ferrari, senza dimenticare ovviamente il mattone: per le case “si viaggia” dai 7 ai 14mila euro al metro quadrato. I numeri, insomma, vanno sempre visti nella loro complessità e alla fine, più che a quelli chi decide di trasferirsi in Lussemburgo, bada di più al “vivere bene”. «È innegabile che qui si sta bene: basti pensare al fatto che le famiglie hanno un considerevole aiuto dallo Stato che ogni mese versa sul conto corrente 300 euro per ogni figlio – dice Ferrari -; rispetto all’Italia però il clima è tutta un’altra cosa: forse chi arriva dal Nord Italia e dal Lodigiano, fa meno fatica ad abituarsi rispetto a un cittadino del Sud». Chissà se avrà guardato al meteo di questo pezzo d’Europa Michele Ferrero nel decidere di issare qui negli anni Settanta un’antenna della sua azienda, con il preciso obiettivo di annusare il mercato di tutta Europa, e consentire al marchio italiano di affermarsi a livello globale. «Qui in Ferrero siamo in 1.500 – dice ancora Ferrari, che ha alle spalle esperienze professionali in Kpmg e Trelleborg -; all’inizio la parte italiana pesava per l’80 per cento, poi anche a seguito delle acquisizioni ci siamo ridotti al 50 per cento». Oltre a lui, vivono altri lodigiani in Lussemburgo e il legame tra la nostra provincia e questo piccolo pezzo d’Europa è più stretto di come possa sembrare. «Quest’estate sono tornato a Casale e uscendo dal supermercato sono stato fermato da una signora che aveva visto la targa lussemburghese della mia auto – racconta Ferrari -; “mi si è aperto il cuore” mi ha confessato, perché in Lussemburgo vive e lavora suo figlio». E così, come insegna la storia di Ferrari e di tanti altri lodigiani, la nostra si scopre una terra di expat.n

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