Orio non si dà pace per Vittorio

«Vittorio aveva fatto per una vita l’autista, era uno prudente e non avrebbe mai sorpassato in quel modo». Lo ripetono tutti a Orio Litta, il giorno dopo la morte del compaesano Vittorio Negri che venerdì sera si è schiantato contro un bilico sulla provinciale 234 mentre faceva ritorno a casa alla guida del suo furgone. Classe 1932, sposato e senza figli, nel pomeriggio l’80enne era stato a trovare la moglie Piera alla casa di riposo di Senna Lodigiana e all’ora di cena si era messo al volante per tornare a casa. Ma a 20 metri dalla sua villetta sulla Mantovana, all’altezza del distributore Total, un camionista romeno si era immesso sulla provinciale e mentre gli altri automobilisti lo avevano lasciato passare, il furgone di Vittorio era sbucato da dietro la colonna finendogli addosso. Trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore di Lodi era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico all’addome ma aveva perso molto sangue ed è morto per arresto cardiaco. «In giugno ero stato a casa sua perché era tra gli anziani di Orio che usufruiscono del pasto offerto dal comune - ricorda il sindaco Pierluigi Cappelletti -. In quell’occasione gli avevo rammentato di quando io insegnavo a Milano e lui faceva l’autista di pullman». Prima di passare alla Sila, Vittorio aveva lavorato per la ditta Mars di Orio Litta facendo consegnein tutta la Penisola. «Era uno che sapeva come si guida e i pericoli della strada - riflette Giulio Tavazzi, oriense e amico di Vittorio -. Ho anch’io un lavoro simile e se ne parlava». Riservato e legatissimo alla moglie Piera, Vittorio soffriva la sua lontananza. E non passava giorno che non andasse al ricovero a Senna per stare un po’ con lei. «Non riusciva a rassegnarsi alla malattia della moglie - racconta Antonia Zambelli del “Bar all’incrocio” sulla Mantovana dove l’anziano era di casa -. Lo conosco da quando ero bambina e provo tristezza per come ci ha lasciato. Negli ultimi tempi stava male, era dimagrito, non era più il Vittorio che conoscevo da quando non aveva più la sua Piera vicino». Era sempre stata la moglie la sua forza e si sentiva perso nella casa vuota. Ma vederla ogni giorno lo rincuorava. Con gli occhi di Piera nei suoi, Vittorio Negri se n’è andato. Ora la salma dell’80enne si trova presso la camera mortuaria di Codogno, dopo l’autopsia saranno fissati i funerali.

Laura Gozzini

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