Poste, “riorganizzazione” congelta

Per il momento la tanto temuta “riorganizzazione” degli uffici postali è congelata. A partire da questa settimana, infatti, gli sportelli di Poste Italiane situati a Mairago, Bertonico, Cavacurta, Ossago, Corno Giovine e Villanova sarebbero rimasti aperti solamente tre giorni alla settimana, una decisione presa da Poste Italiane che però ha scatenato la rivolta degli enti locali. «Venerdì le organizzazioni sindacali hanno inviato all’azienda una procedura di raffreddamento, se l’azienda dovesse proseguire nel suo progetto andrebbe incontro a un comportamento antisindacale - spiega Giovanni Martorana, segretario provinciale della Slp Cisl, anche a nome di Uil, Confsal e Ugl -. Ho avuto modo di parlare con il sindaco di Mairago Davide Tei, il quale si sarebbe subito attivato con il presidente della Provincia Pietro Foroni per accelerare l’incontro in Regione. Speriamo che la politica faccia la sua parte, chiedendo a Poste Italiane cosa prevede esattamente la riorganizzazione, dal momento che i lavoratori, nei giorni di chiusura degli uffici, dovrebbero spostarsi per aprirne altri. La carenza del personale è sempre il solito problema».

Martorana sottolinea che anche nelle altre realtà lombarde la situazione è molto simile a quella lodigiana, tuttavia il quadro potrebbe presto sbloccarsi: «Siamo stati convocati mercoledì 18 aprile a Milano per affrontare la questione della riorganizzazione». Il presidente Foroni, insieme ai sindaci interessati dal provvedimento, era salito sulle barricate, precisando più volte che l’amministrazione non avrebbe accettato una penalizzazione del servizio, tanto più se “calata dall’alto” senza un confronto con le istituzioni. Provincia e Comuni hanno già incontrato il prefetto Pasquale Antonio Gioffrè e i vertici delle Poste, una riunione durante la quale si è stabilito di istituire un tavolo regionale per affrontare il problema.

Nel frattempo, i primi cittadini di Cavacurta, Ossago e Bertonico hanno fatto partire una lettera all’indirizzo dell’azienda, un documento nel quale chiedono ancora una volta a Poste Italiane di soprassedere al progetto di riorganizzazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA