Non ama parlare con i giornalisti e lo si capisce subito, schiva ogni questione nazionale, quasi scappa appena si tenta di portare il discorso sul mondo del credito, nega che il suo mandato in Rai sia legato a Monti («Nemmeno lo conoscevo») e apre a una sua conferma alla guida Rai dopo le elezioni. Il personaggio della premiazione di sabato era sicuramente la zorleschina Anna Maria Tarantola, per la prima volta nella “sua” città per un’occasione pubblica.
Anna Maria Tarantola arriva molto presto a Casale, dopo una sosta a Zorlesco e una veloce visita al cimitero. In un sobrio tailleur nero e giacca rossa, e si siede ordinatamente in prima fila dove parla fittamente con il sindaco per 10 minuti buoni, concedendosi soltanto per i saluti istituzionali alle autorità militari e civili che vanno a salutarla.
Unica eccezione iniziale il saluto, «a titolo personale e della banca» che le ha portato il presidente della Bcc Borghetto Antonio Guarnieri. La lettura del suo curriculum fa capire anche a chi ancora non la conoscesse perché era la persona più attesa: zorleschina di nascita, laureata in Cattolica a Milano, un master alla London School of Economics, nel 1971 entra in Bankitalia e vi scala tutte le posizioni fino a diventare nel 2009 la prima donna nel direttorio di palazzo Koch come vicedirettore generale. Da luglio 2012 è presidente Rai.
Nel suo discorso di ringraziamento sprona i giovani e fa la modesta. «La motivazione del premio è importante ma tutto è successo in modo molto naturale, solo con un impegno quotidiano - spiega Anna Maria Tarantola -. Vorrei che questo fosse trasmesso, perché significa che se uno ce la mette tutta per mettere a frutto i suoi talenti, allora ce la può fare. I giovani devono avere questa speranza».
Alla conclusione della manifestazione le si fanno intorno tante persone, tutte casaline che vantano una qualche conoscenza o una qualche parentela, e che vogliono salutarla, stringerle la mano, augurarle buon lavoro. E le non si sottrae all’abbraccio della città.
A margine della cerimonia, poi, fermata dai giornalisti, il presidente Rai concede tre minuti di chiacchierata anticipata da un «mi spiace, non parlo con i giornali» che si scioglie solo un po’ quando le si chiede di parlare solo di temi locali e del suo legame con il territorio.
«Sono felicissima di essere tornata, ho un forte senso di attaccamento per questo territorio - dice il presidente Rai -. E devo dire che sono rimasta colpita positivamente dalla città, e anche da questa biblioteca, molto bella e molto ben organizzata, un’iniziativa di cultura di cui le nostre città di provincia avrebbero sempre bisogno».
Se si cerca una riflessione a tutto tondo sul territorio e sulla crisi, Anna Maria Tarantola la sfugge con eleganza: «È un territorio molto bello, con grandi potenzialità, un’agricoltura forte, un’industria che soffre ma che c’è, tante tante potenzialità insomma. Però bisogna che tutti ci credano. E lo dico perché lo penso davvero».
Impossibile farle domande sul mondo bancario. La sua proverbiale riservatezza la porta ad allontanarsi quasi scappando al solo sentire nominare la Banca Popolare di Lodi, e solo per un’ultima battuta si trattiene quando le si chiede se il suo mandato in Rai è destinato a finire con il finire dell’esperienza di Mario Monti al governo. «Non lo so, ci si potrà non credere ma io Monti nemmeno lo conoscevo, quindi non credo che ci sia un legame stretto - conclude la presidente Rai -. Io ero, sono e resterò a disposizione, a prescindere da chi ci sarà, per la Rai o per altro».
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