E’ rinviata alla settimana prossima l’autopsia sulla salma di Nicolai Tudosa, il romeno trovato morto nel cortile disabitato al civico 45 di via Garibaldi. Il corpo del 56enne è ora presso l’istituto di medicina legale dell’università degli studi di Pavia e ad occuparsi dell’esame autoptico sarà il medico patologo Yao Chen del dipartimento di medicina legale. E’ stata la dottoressa ad arrivare a Codogno mercoledì mattina, poche ore dopo che Tudosa era stato rinvenuto senza vita, disteso ai piedi di una rampa di scale interna al rustico. Da agosto il romeno, senza fissa dimora e senza un lavoro, viveva in quella topaia che aveva adattato mettendoci dentro l’occorrente. Per campare andava avanti commettendo piccoli furti e chiedendo aiuto alla Caritas. Alla fine dello scorso anno il prefetto di Lodi aveva emesso nei suoi confronti un decreto di espulsione dall’Italia, ma il 56enne si era spostato da un paese all’altro senza lasciare il territorio. Già noto alle forze dell’ordine come ladro di biciclette, viveva di espedienti. Ed era spesso ubriaco, il che fa supporre sia caduto dalla scala proprio in un momento di scarsa lucidità, abbia battuto la testa e sia morto. L’altra ipotesi è che a spingerlo di sotto sia stato qualcuno, tra i sospettati il connazionale che due giorni prima era andato ad abitare con lui in via Garibaldi. A guardare i segni sul corpo sembra tuttavia poco probabile che Tudosa abbia avuto una colluttazione. Tolta la ferita alla testa, provocata dall’aver picchiato contro uno spigolo nel cadere, non aveva escoriazioni o botte che possano far pensare a una lite finita in tragedia. Come siano andate realmente le cose potrà dirlo solo l’autopsia. Nell’attesa vi è un altro problema da risolvere: chi si occuperà della sepoltura. Il romeno era separato dalla moglie e la donna, pur risultando residente a Cremona, attualmente vive in Romania. Come i due figli, la figlia invece è sposata e vive in provincia di Cremona. Per il momento nessuno è venuto a reclamare la sua salma, resta il fatto che spetterà a un famigliare il riconoscimento legale prima dell’autopsia. In questo caso perciò alla figlia. La stessa potrebbe essere chiamata a sostenere le spese per le esequie del padre, a meno che risulti nullatenente. Allora la procura di Lodi dovrà interpellare il consolato della Romania e affidare agli ambasciatori le ricerche di un suo parente là. Mercoledì mattina la notizia della morte del romeno ha fatto molto parlare in città, dividendo chi ne ha stigmatizzato il curriculum da delinquente e chi invece si è limitato a ricordarlo quando si fermava con i ragazzi fuori dallo «Stige» in via Garibaldi. Per i carabinieri era persona nota, finita altre volte nei guai per episodi di microcriminalità. Un altro «vizio» che aveva era il bere e l’esame autoptico in programma all’inizio della prossima settimana stabilirà se era ubriaco quando è precipitato dalle scale.
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