«Stefano ha ricevuto

più colpi sulla testa»

OSPEDALETTO Anche se il colpo mortale, il più forte, potrebbe essere stato uno solo, quello inferto con incredibile violenza sul lato sinistro della testa di Stefano Raimondi, nelle decine di pagine consegnate alla procura della Repubblica di Lodi con i primi elementi dell’autopsia eseguita ad Atene si evidenziano diverse lesioni alla testa del ventenne di Ospedaletto Lodigiano che secondo i medici non possono che essere state inferte con la pesante bottiglia impugnata come una clava dal presunto omicida, Alexander Georgiadis. La procura della Repubblica di Lodi che ha aperto un fascicolo d’indagine conoscitivo, modello 45, per accertare che venga esercitata l’azione penale, dato che la vittima è un lodigiano. La lesione più evidente è la frattura di un osso con forma di rettangolo di 5 - 6 centimetri di lato, ma si è evidenziata anche un’altra frattura di quattro centimetri in un altro osso del cranio, oltre a ecchimosi al volto, che però potrebbero essere compatibili anche con i pugni che hanno segnato l’escalation della rissa in cui lo studente della Cattolica si è trovato coinvolto, probabilmente nel tentativo di tirare fuori dai guai alcuni dei suoi amici.

In quanto trapela della ricostruzione finora effettuata dagli inquirenti greci, sembrano venir confermati anche i tempi lunghi per l’arrivo dei soccorsi, segnalati pubblicamente per primi da una blogger bergamasca: una quarantina di minuti, tra tempo di arrivo dell’ambulanza e invio della chiamata ai numeri di emergenza, e c’è stato anche un primo tentativo di rianimazione effettuato da una ragazza. Ma quando era arrivato in ospedale, all’alba del 29 luglio, Stefano era già senza vita. Sono previsti tempi rapidi, dell'ordine di pochi mesi, per arrivare alla prima udienza del giudizio in Grecia a carico del 23enne con doppia cittadinanza svizzero – greca che ha confessato l’aggressione, (e che al portiere dell’albergo in cui soggiornava avrebbe confidato «l’ho finito»). Era stata l’entità delle lesioni a portare la procura greca a formulare l’accusa di omicidio premeditato, che nel nostro ordinamento verrebbe invece contestata come “volontario”, e che in Italia come in Grecia vale però come pena base l’ergastolo. I filmati realizzati dal circuito interno del locale, pur avendo filmato i 40 secondi della rissa, e il suo inizio con i lodigiani che si avvicinano al tavolo prenotato la sera prima dallo svizzero e da suoi due amici e i tre che arrivano dalla pista da ballo, non offrirebbero invece immagini molto chiare.

Il giorno dell’udienza sulla misura cautelare, quando Georgiadis era stato visto sicuro di sè nel tribunale di Nisos sorseggiare un caffè durante una pausa, dal legale del 23enne svizzero, Nikos Konstadopoulos, uno dei più famosi avvocati e uomini politici greci, era arrivato un pensiero di vicinanza nel dolore ai genitori di Stefano. Ma nessuna dichiarazione ufficiale.

Carlo Catena

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