Studenti disabili in gita: a Codogno Monika ce l’ha fatta

In gita scolastica “sulle rotelle”. Monika ha 15 anni e da sempre gira in carrozzina: in viaggio con lei ci sono sempre mamma e papà, macedoni da 13 anni in Italia, ma mai avrebbe immaginato di poter andare in gita con i compagni della 2^B e i ragazzi della 1^A e 2^A del Calamandrei di Codogno ridendo a crepapelle sui saliscendi negli spostamenti da una località all’altra e trovando tutto facile come una passeggiata al parco. Sorride al ricordo dei tre giorni al lago di Bolsena, dove la ragazzina accompagnata dalla mamma Daniela è stata letteralmente catalizzata dai compagni, felici di condividere con l’amica i 9 chilometri a piedi da Sovana a Pitigliano alla scoperta del Duomo o il borgo medioevale di Sorano, Bolsena con il suo castello e Vitozza, “città del tufo”. Negli occhi lo stesso stupore e l’adrenalina sulla pelle. Per scoprire che insieme gli ostacoli non sono più ostacoli e gli inconvenienti, piccoli diversivi. Come il pit stop sul percorso per la necropoli etrusca quando la batteria della sedia a rotelle di Monika si è scaricata, e i professori l’hanno spinta fino alla meta trasformando l’imprevisto in una divertente staffetta a squadra. Per mamma Daniela vedere la figlia felice è stato il regalo più grande ed è con il cuore in mano che esprime la sua gratitudine: «E’ stata un’esperienza bellissima, i ragazzi sono stati fantastici e Monika è felicissima, ha un’altra espressione – spiega -. I ragazzi non l’hanno mai lasciata sola un secondo e l’organizzazione della scuola è stata impeccabile. Sono stati tre giorni ma sono volati come se fossero tre ore, non me lo sarei mai aspettata». Al primo anno di Monika al Calamandrei, la gita di classe era passata in sordina. «Nessuno ci aveva detto niente, ed essendo il primo anno non avevo insistito – prosegue la donna -. Quest’anno invece ho chiesto di partecipare, ma temevo fosse un buco nell’acqua. Staremo in albergo, pensavo, ma non importa». Monika invece non ha perso una sola tappa dell’itinerario, e insieme al sorriso, suo e della mamma, ha portato a casa la consapevolezza che «niente è impossibile». Mentre la cronaca nazionale riporta casi di studenti disabili esclusi dalla gita di classe suscitando indignazione e polemiche, la storia di Monika racconta che un’altra scuola è possibile. «Voglio fare un grandissimo ringraziamento alla preside Antonia Rizzi per l’organizzazione, l’interessamento e per aver trovato la persona adatta per l’aiuto che mi è servito durante il soggiorno in albergo – dice mamma Daniela -. ai professori Walter Cella di lettere, Stefano Longinotti di scienze, Vanda Campregher di matematica, Vincenzo Lambusta di fisica e agli alunni delle classi 1^A, 2^A, 2^B. Grazie anche all’autista Alessandro Taboni della ditta di autobus Bonomi di Bergamo per la professionalità e disponibilità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA