Ventiduenne di Fombio salva un giovane che stava per annegare nel Trebbia

Il dramma sfiorato nel fine settimana a Coli

Nelle orecchie Stay Alive dei Bee Gees, un battito al minuto, e nella testa un solo pensiero: «Deve farcela, deve farcela». Victor Battistich, 22enne brasiliano figlio dell’artista Geovana Clea di Fombio, domenica pomeriggio era al Trebbia con la famiglia e un’amica quando a una cinquantina di metri da lui un 25enne del Gambia, ospite di un centro accoglienza in Valtidone, si è tuffato da una roccia nei pressi del ponte di Coli ed è finito sott’acqua rischiando di annegare. Era “già” annegato, se Victor non fosse subito corso per salvarlo, lanciandosi in acqua mentre un connazionale del 25enne anch’egli ospite della struttura, nel tentativo di soccorrerlo e non sapendo neppure lui nuotare, è stato afferrato da alcuni bagnanti prima che finisse sul fondo come l’amico. Lì a quattro metri e mezzo di profondità dove Victor è sceso trattenendo il fiato e riuscendo a trovare il 25enne inghiottito dal Trebbia. «Era in una specie di strapiombo e da fuori si vedeva a malapena – racconta Victor, rivivendo la concitazione del momento -. Un amico del ragazzo, in inglese, mi ha indicato il punto dov’era scomparso, sono andato sotto e l’ho trovato. Era svenuto, con gli occhi aperti, sembrava morto». Stringendo a sé il 25enne, Victor ha puntato i piedi sul fondale per darsi la spinta a risalire ed è riemerso in superficie. «Quando l’abbiamo tirato su, il ragazzo aveva un filo di battito – prosegue -. Gli ho fatto il massaggio cardiaco e una donna ecuadoregna che ha avuto da poco un figlio, gli ha respirato in bocca facendogli svuotare appena appena i polmoni per farlo respirare. Questa donna sì merita una medaglia». Quanto a sé, «penso che dovrebbero farlo tutti, se vedi uno che è in difficoltà la responsabilità è anche tua, è anche tua se non fai niente – dice -. Una vita è più importante di qualunque altra cosa». Checché ne dica, quella del giovane gambiano l’ha salvata lui. Anche se per scherno la racconta così: «I Bee Gees l’hanno salvato». E spiega che il massaggio cardiaco non gliel’ha mica insegnato nessuno, ma «in una puntata di The Office su Netflix una volta hanno spiegato che per farlo bisognava seguire Stay Alive dei Bee Gees. E allora mi son detto “stai calmo” e ho seguito il ritmo della canzone. Un battito al minuto». Studente in Olanda, musicista nel tempo libero, Victor che «in Brasile da bambino facevo surf» e «l’acqua è il mio elemento naturale», è l’angelo inviato dal cielo per soccorrere il giovane dal Trebbia. Perché se la storia è questa lui e lui solo poteva farlo.

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