Villetta a fuoco, giallo sulle cause

Pareti e infissi carbonizzati e l’intero mobilio ridotto in cenere. Nulla è stato risparmiato dal rogo nell’abitazione dei giostrai Geroldi in via Monte Bianco a Maleo: la casa è andata in fiamme ieri mattina per cause ancora da accertare. L’incendio s’è propagato lungo tutto il piano terreno, affumicando i vetri delle finestre e “arrostendo” i muri della casa ricavata da un magazzino adibito per l’altra parte a garage. «È bruciata dal primo all’ultimo pezzo - ha commentato sconsolato, ieri, il proprietario Luigi Geroldi, che ha saputo dell’incendio mentre si trovava con la famiglia a Milano, dove è di stanza con le sue giostre al parco giochi dell’Idroscalo -: il capitale di una vita è andato distrutto». Prima del suo arrivo, a domare le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco di Casale, Lodi e Sant’Angelo, mentre i carabinieri della stazione di Maleo si sono messi subito al lavoro per individuare le cause di quel che è successo. Come siano andate le cose non è affatto chiaro. Oltre a dover trovare spiegazioni all’incendio, gli inquirenti devono sciogliere infatti un altro rebus: chi sia stato a imbrattare con delle bombolette spray la Lexus nera e il camion Volvo parcheggiati nel magazzino. Luigi Geroldi aveva messo piede l’ultima volta in casa il 25 agosto scorso (durante l’anno il giostraio soggiorna lontano da casa e si ferma a Maleo soltanto due mesi in inverno): «Sono venuto a ritirare della merce e ho tagliato l’erba qui in cortile ma era tutto a posto», ha ricordato ieri. Dunque fino a una decina di giorni fa la vettura e il camion non avevano i segni spray che sono stati trovati ieri. Quando siano stati fatti e soprattutto da chi resta perciò un mistero. Ieri sulle prime sembrava facile ricondurre alla stessa mano sia l’uno che l’altro evento. «Chi ha imbrattato i mezzi ha anche appiccato il fuoco», ragionava qualche curioso arrivato in via Monte Bianco a dare un’occhiata. Ma la realtà è più complicata. Le stesse porte e finestre andate a fuoco, all’arrivo dei pompieri erano sbarrate, senza nemmeno l’ombra di un’effrazione. Così non si esclude che i due episodi siano avvenuti in momenti distinti e persino slegati. Qualcuno è entrato in magazzino e si è divertito a sporcare autovettura e camion. L’incendio invece potrebbe essersi originato da un cortocircuito del tutto accidentale. Pura coincidenza quindi? La combustione, secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, sarebbe “maturata” lentamente: una vicina di casa ha raccontato infatti di avere sentito puzza di bruciato già giovedì sera. Resta inspiegabile il motivo del vandalismo: lo stesso Geroldi ha ribadito più volte di non aver ricevuto, né lui, né la sua famiglia, alcuna intimidazione.

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