Volontaria fugge dall’inferno del Congo

Giovanna Bonvini di Cavacurta è stata evacuata in Ruanda

In fuga dai ribelli, attraversando in fretta e furia il confine tra Congo e Ruanda, scortata dai caschi blu dell’Onu. Giovanna Bonvini, la psicologa originaria di Cavacurta che vive a Goma, la città presa di mira nelle ultime ore dai guerriglieri di un paese sconvolto dalla guerra civile, per il momento è al sicuro.

Proprio ieri mattina la volontaria a servizio dei più piccoli è riuscita a comunicare con la sorella attraverso Skype: «Per fortuna sta bene, ma solo fisicamente - spiega Antonietta -, è in ansia perché si trova in Ruanda e invece vorrebbe essere ancora a Goma. È stata espatriata dall’Onu, a Goma c’è una sede dell’Organizzazione nazioni unite, questa unità di caschi blu stava monitorando la zona già da diversi giorni. Domenica mattina tutti i volontari sono stati portati subito oltre il confine e poi spostati ancora a Kigali, adesso alloggiano in un centro dei salesiani. Sono in attesa, sul posto c’è bisogno di aiuti, cibo e acqua sono sempre un problema». In pochissimi giorni il numero dei rifugiati è balzato a quota 10mila. «Si sente impotente - aggiunge la sorella -, comunicare con lei è difficile perché ha dovuto lasciare tutto quello che aveva a Goma. Speriamo che la questione rientri».

Giovanna Bonvini ha 35 anni ed è laureata in psicologia; il centro di accoglienza per bambini e giovani per cui lavora si chiama “Don Bosco Ngangi” ed è gestito dai salesiani. Il Vis, infatti, è un’organizzazione non governativa di Roma che opera a sostegno delle missioni dei Salesiani nel mondo. Con Giovanna, nella città di Goma, vivono le ragazze madri, minorenni: tutte sono accolte insieme ai loro piccoli, in questo modo possono partecipare a corsi formativi per poi cercare di trovare un lavoro. Questa è l’unica scuola gratuita della città, perché come aveva spiegato proprio la psicologa in un’intervista rilasciata al «Cittadino», in Congo lo Stato non garantisce l’istruzione, nemmeno quella di base, e non paga lo stipendio agli insegnanti, ci pensano i genitori con le tasse.

Il centro cerca di mettere in campo tutti i servizi a favore dei bambini più vulnerabili e poveri, inoltre è attivo un progetto per affrontare i casi di grave malnutrizione.

In base ai progetti iniziali, la volontaria dovrebbe restare in Congo fino al settembre 2013, ma adesso tutto dipende da ciò che accadrà nel Paese. Dai commenti della sua famiglia traspare una certa amarezza per il poco spazio che gli organi d’informazione stanno dedicando alla guerra civile: «Cosa altro deve succedere perchè ci si possa occupare seriamente di quelle povere persone e di quei bambini che già hanno sofferto quanto mai nessuno dovrebbe? - si chiede la sorella di Giovanna -. Spero che quando la comunità internazionale si accorgerà di Goma non sia troppo tardi. Si è appena celebrata la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, è doveroso un ricordo al Signore per tutte le povere creature che a causa del nostro egoismo e disinteresse ancora non ne possono godere».

Greta Boni

La 35enne collabora a un progetto umanitario della Vis e si occupa di servizi sociali per bambini. Insieme ad altri volontari è stata costretta a rifugiarsi in Ruanda, scortata dai caschi blu dell’Onu. La sorella è riuscita a contattarla con Skype: «È in ansia perché si trova in Ruanda e invece vorrebbe essere ancora a Goma»

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