Cronaca / Centro Lodigiano
Giovedì 26 Maggio 2016
A Sant’Angelo i candidati sindaco fanno il pienone
È bastato un colpo d’occhio alla sala per capire quanto sia sentito e atteso il prossimo 5 giugno in città. Sedie esaurite, tanti, tantissimi cittadini in piedi, uno accanto all’altro, ad occupare ogni spazio possibile della sala convegni Bpl di via Mazzini. Dal fondo fino all’inizio della platea, era un susseguirsi di volti di tutte le età, in silenzio composto, ad ascoltare proposte e idee dei candidati a sindaco della città di Sant’Angelo, pronti a sfidarsi alle elezioni del 5 giugno.
Cinque su sei i presenti – assente Luca Devecchi -: a mettersi alla prova c’erano Giuseppe Carlin, Maurizio Cerioli, Angelo Pozzi, Maurizio Villa e Maria Cristina Vitale. Tre minuti ciascuno per ogni domanda – dai conti pubblici, alle opere inutilizzate o chiuse al pubblico, dall’immigrazione al sociale - , una campanella a dire “stop”, tempo scaduto. A moderare il confronto, organizzato da Società della Porta e “Il Ponte”, il giornalista e direttore de “Il Ponte”, Lorenzo Rinaldi, che ha messo le cose in chiaro da subito. «Niente propaganda, non è questa la sede – ha specificato -: noi siamo qui per un servizio pubblico alla città di Sant’Angelo e per una fotografia su numerosi aspetti della vita santangiolina. È un’occasione per i candidati, con la preghiera a tutti di essere onesti con i cittadini». Ideate e condivise tra i redattori de “Il Ponte”, le domande sono rimaste segrete fino al gong dell’inizio, «perché crediamo che chi abbia ambizione di governare, debba essere in grado di rispondere a domande che riguardano il destino di tutti». Sui conti pubblici in primis, dopo il caos del bilancio bocciato nel 2015, il commissariamento e la presentazione di un piano di riequilibrio. «Abbiamo speso più di quel che potevamo e avevamo un camèl (un debito, ndr)» ha spiegato Carlin, che ha poi puntato il dito contro la precedente giunta, Cerioli ha specificato che «amministrando con questi conti non si può fare granché» e Pozzi ha parlato di una manovra «rigida e severa» per i prossimi due anni, in vista di un possibile «sviluppo per il 2017». Se Villa ha invece sottolineato che «ci sono persone che dal 2010 ad oggi non hanno mai pagato una tassa perché le banche dati non erano aggiornate e questo sono risorse che potranno entrare», Maria Cristina Vitale ha invece chiesto silenzio alla passata amministrazione – tacciata di incompetenza – e ha parlato di possibilità limitate per i prossimi due anni. Il tema delle opere pubbliche inutilizzate o non valorizzate – da Cascina Ortaglia, chiusa da otto anni, alla piscina comunale scoperta, inaccessibile da quattro – ha mosso la seconda tornata di domande, dove tutti i candidati si sono trovati concordi nelle necessità di una manutenzione corposa sui parchi pubblici. Sul capitolo, Cerioli ha poi proposto biblioteca e sale studio all’Ortaglia, Villa ha invece garantito per l’apertura della piscina per il 2017, mentre Pozzi, Vitale e Carlin hanno evitato le promesse perché bisogna studiare lo stato dell’arte e i conti. Ad accendere il dibattito, come da previsioni della vigilia, i numeri sull’immigrazione. «Problema che va affrontato e non rifiutato» è l’opinione di Pozzi, Maurizio Villa ha puntato sull’ipotesi di dare priorità ai santangiolini nell’assegnazione delle case, non senza citare il caso della 13enne rom segretata e stuprata per tre giorni in città. Scatenando la reazione di Maria Cristina Vitale che ha tacciato l’uscita come «fuori luogo e brutale», prima di aggiungere «che da Villa non sono arrivate soluzioni» e che «la legge ci impone l’integrazione». Se Carlin ha citato la possibilità di assegnare in deroga alloggi agli italiani in difficoltà e ha puntato sulla valutazioni sulle domande di residenza, anche Cerioli ha parlato di controlli specifici su certificati di residenza e permanenza nelle case.
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