«A Spino acque nere in Adda»

Acque nere in una roggia che confluisce nell’Adda, tra Zelo e Spino. Dal depuratore spinese vengono immessi scarichi che in realtà non sembrerebbero “filtrati” in alcun modo. Martedì la denuncia da parte dell’Associazione Sos Adda che ha chiesto l’intervento di Arpa e della polizia provinciale di Cremona. Alla fine sono arrivati i vigili di Spino, che hanno potuto eseguire solo un breve sopralluogo, a causa dell’odore nauseabondo e il bruciore agli occhi provocato dalle esalazioni. E tutto, parrebbe, per un mal funzionamento del collettore fognario che va avanti dallo scorso anno oppure per scarichi abusivi da parte di privati. Da dicembre vanno avanti le segnalazioni, senza risposta, da parte di Sos Adda. «Da quanto apparso davanti ai nostri occhi e a quelli dei pubblici ufficiali accorsi per il sopralluogo - dice il presidente dell’associazione Antonio Arnanno -, possiamo affermare verosimilmente che l’inquinamento proviene da un cattivo funzionamento del collettore. Da diversi mesi l’Associazione Sos Adda Onlus, continua ad allertare l’Arpa di Cremona per la grave situazione in cui versa la roggia dove confluiscono le acque del depuratore di Spino d’Adda, ma nulla di serio è stato effettuato per la risoluzione del fenomeno». L’acqua della roggia, di colore nero-verdastro, nei giorni scorsi aveva un odore talmente forte da risultare insopportabile. Le esalazioni hanno arrecato bruciore agli occhi e alla gola di chi si avvicinava. «Pensavamo che, a fronte delle nostre segnalazioni, la situazione potesse migliorare, ma quanto accaduto in questo arco temporale denota un costante disinteresse e lassismo da parte delle Autorità competenti - ribadisce Arnanno -. Quanto denunciato e riscontrato, è ascrivibile solo e unicamente al funzionamento irregolare del depuratore, non essendo presenti in questi giorni fenomeni meteorologici al punto da poter provocare alterazioni al quantitativo delle acque immesse». Secondo l’associazione è colpa del comune di Spino, che per disattenzione rischierebbe di mettere a repentaglio l’ecosistema delicato del fiume Adda. «Questa zona di alto valore - conclude Arnanno - è protetta per la riproduzione di una specie ittica tra le più delicate, quale la trota marmorata. Pretendiamo che il sindaco e l’assessore all’ambiente si adoperino per fermare immediatamente questo gravissimo attentato all’ambiente».

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