Alla Trelleborg scatta la mobilità

La procedura aperta dopo l’intesa con i sindacati,

che in cambio ottengono le garanzie di un piano industriale serio per il futuro dello stabilimento

Aperta la procedura di mobilità alla Trelleborg di Lodi Vecchio: il licenziamento collettivo riguarda 51 lavoratori su oltre 300 attualmente impiegati, divisi a metà tra operai e colletti bianchi. L’accordo sindacale spinge però sulle uscite volontarie incentivate e sulle possibilità di agganciarsi alla pensione, con la possibilità di lasciare l’azienda fino a novembre, sette mesi, in deroga rispetto ai due mesi e mezzo previsti normalmente dalla procedura.

In cambio i sindacati hanno ottenuto «un piano industriale serio e credibile per il futuro dello stabilimento». La procedura è stata aperta per innovazione tecnologica, situazione del mercato e outsourcing. L’arrivo di nuove linee di produzione infatti determina alcuni esuberi tra operai e impiegati tecnici e nell’ambito dei servizi manutentivi, la situazione economica con un lento costante declino del mercato della stampa offset impone una riduzione di personale tra i colletti bianchi anche in amministrazione, e negli uffici acquisti, infine è stato deciso l’outsourcing del magazzino con sei lavoratori coinvolti.

Tecnicamente a quest’ultimi (già conteggiati nei 51) è lasciata facoltà di decidere se passare sotto la società terza che acquisirà le operazioni di magazzino, se chiedere il passaggio in produzione secondo qualifiche e mansioni da concordare oppure se aderire al piano sociale e uscire dall’azienda. L’impatto maggiore riguarda i colletti bianchi: tra gli operai infatti già in 14 hanno dato l’ok all’uscita volontaria.

L’azienda mette sul piatto 54mila euro lorde più l’indennità di mancato preavviso (variabile per posizione e anzianità) per chi firma l’uscita entro il 23 maggio, 46mila euro lorde per chi lo farà dopo o per chi, senza volontarietà, sarà individuato dall’azienda e non si opporrà al licenziamento al termine della procedura. Per i lavoratori in grado di agganciare la pensione, l’azienda ha offerto invece 600 euro lorde mensili da aggiungere all’indennità di mobilità per il primo anno, 800 euro lorde mensili per il secondo e terzo anno.

Trelleborg infine si è detta disponibile a valutare il demansionamento per gli impiegati tecnici che facessero richiesta di passare in linea di produzione come operai. L’accordo è stato firmato dopo una trattativa unitaria da Cgil, Cisl e Uil, e solo lunedì si sono chiuse le assemblee in fabbrica.

«Tra gli operai abbiamo anche 20 lavoratori interinali: avremmo potuto chiedere all’azienda di tagliare loro, ma c’è sembrato giusto fare un ragionamento complessivo sui posti di lavoro e tentare di ringiovanire la forza lavoro - dice Francesco Cisarri della Filtcem Cgil -. È un accordo difensivo, complicato per certi versi e arrivato dopo mesi di trattativa, a procedura ancora da aprire. Non temiamo di sporcarci le mani se ne vale la pena. A fronte della ristrutturazione, l’azienda ha messo sul piatto un piano industriale serio e credibile. Ora vigileremo perché si concretizzi».

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