Apre l’archivio del dottor Bertolotti

Alcune sono in bianco e nero, altre a colori. In tutte, gli occhi vispi di un bimbo spesso accompagnati da quelli felici delle madri. Sono gli “angeli” del dottor Giancarlo Bertolotti, le centinaia di vite nate grazie al suo instancabile lavoro a servizio del prossimo e della vita stessa.

Una missione, la sua, interrottasi bruscamente il 5 novembre 2005, dopo un tragico incidente stradale a Sant’Angelo. A sei anni dalla morte, la parrocchia dei santi Antonio Abate e Francesca Cabrini ha bussato alle porte della diocesi di Lodi chiedendo di avviare il percorso di beatificazione per un uomo che ha «fatto dell’amore bello, come lo chiamava Giovanni Paolo II, il suo unico obiettivo».

Sabato pomeriggio, in alcuni locali messi a disposizione dalla parrocchia, sono state aperte per la prima volta le porte al suo archivio privato, messo in ordine grazie al lavoro della famiglia, degli amici e del Cav, centro di aiuto alla vita. Tra i documenti, centinaia di fotografie dei suoi angeli, ma anche fiumi di parole, di ringraziamento e di affetto per l’uomo che ha fatto della difesa alla vita la sua unica missione. E ancora numerosi manuali di medicina tradizionale e naturale, oltre a tutti gli scritti e le riflessioni.

L’archivio di documenti, recuperati in parte del suo appartamento di Pavia e in parte nella sua casa di Sant’Angelo, sarà la base per valutare la vita dell’uomo e del medico nell’avvio della causa di beatificazione, di cui sarà “attrice” la parrocchia di Sant’Angelo, mentre l’incarico di “postulatrice della causa” è stato affidato alla dottoressa Francesca Consolini di Milano. A benedire i locali e l’archivio, sabato pomeriggio, c’era monsignor Ermanno Livraghi, parroco di Sant’Angelo, e monsignor Gabriele Bernardelli, delegato vescovile per le cause dei santi. «Tanto lavoro è stato fatto e tanto è ancora da fare per far emergere una figura splendida di promozione della vita», ha detto monsignor Ermanno Livraghi, mentre monsignor Bernardelli ha annunciato che entro un anno potrebbe aprirsi la causa, invitando chiunque avesse notizia di grazie ed eventi prodigiosi per intercessione di rivolgersi alla diocesi. I parenti, gli amici e i tanti conoscenti, si sono spostati in basilica per la celebrazione della Messa in suffragio. Presente il sindaco di Sant’Angelo Domenico Crespi («onorato da santangiolino e da padre, dato che ha fatto nascere mia figlia»), nell’omelia, monsignor Bernardelli ha ricordato la figura di «un uomo che non si è mai arreso allo scorrere dell’esistere: una visione alta, bella, magnanima della vita, in cui svolgeva la professione sorretto da una profondissima fede e da esercizi spirituali quotidiani. Diceva in un suo scritto: “Dio rivolge a tutti l’invito a fare del bene. Io umilmente accetto”».

Se tutto andrà come previsto, la causa potrà iniziare entro un anno e potrebbe concludersi entro tre o quattro anni, per poi passare alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma. Da sabato, però, con l’avvio del procedimento, il dottor Gino Bertolotti può già essere chiamato “servo di Dio” e a breve sarà disponibile un’immaginetta con una preghiera che tutti i fedeli sono invitati a recitare ogni giorno per sostenere il cammino verso la beatificazione.

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