Attività di taglio e sfalcio a San Colombano: «Uno scempio sulla collina»

IL CASO Le Gev: «I rami lasciati sono rifiuti speciali»

«Uno scempio». Non usano mezze parole le Gev di Inverno e Monteleone per descrivere l’attività di sfalcio e taglio di piante spontanee e vegetazione su una riva della strada collinare della Madonna del Latte a San Colombano. «Evidenze di irregolarità non ci sono, anche se i prodotti del taglio non possono essere lasciati a terra ma vanno trattati come rifiuti speciali. Ma forse il regolamento del Parco della Collina ha bisogno di un aggiornamento importante a tutela dell’ambiente», il commento delle Gev, che hanno inviato una segnalazione al Comune di San Colombano. Le attività di taglio e sfalcio sono avvenute una quindicina di giorni fa, il sopralluogo delle Gev è avvenuto alla fine della settimana scorsa. L’opera di pulizia della riva stradale è stata drastica: si è tagliato e distrutto tutto quello che c’era, compresi alcuni paletti di cemento. Il risultato del taglio, rami, foglie, arbusti, sono rimasti sul terreno, creando una coltre di alcune decine di centimetri. Le guardie ecologiche Mario Lacchini e Massimo Provini hanno fatto segnalazione in Comune. «È uno scempio – dicono -. Forse non ci sono irregolarità palesi, anche se bisognerebbe capire che tipo di piante sono state tagliate, operazione quasi impossibile ora. Tuttavia, tutto quanto prodotto deve essere trattato come rifiuto, non può essere lasciato sul terreno». E soprattutto c’è un tema normativo: «Il regolamento del Parco contiene contraddizioni e non affronta in maniera puntuale, per esempio, le attività di pulizia. Lo scempio si trova lungo tutta una riva di una strada bianca che è percorso ecologico: se questo è il biglietto da visita di San Colombano, c’è molto ancora da lavorare».

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