Bimbo travolto, si è chiusa l’inchiesta

L’udienza preliminare potrebbe essere fissata nel giro di un paio di mesi: è la previsione dei difensori di C.F., l'automobilista trentenne che nelle scorse settimane ha ricevuto l'avviso di fine indagini in relazione alla morte di Cristiano Pezzini, il bambino di cinque anni di Borghetto Lodigiano investito da un suv Dodge Journey davanti alla scuola materna di via Lago a Borghetto Lodigiano, alle nove e mezza del mattino dell’11 gennaio scorso. L’ipotesi di reato a carico dell'uomo al volante della pesante vettura è di omicidio colposo in relazione al fatto che non sarebbe stata tenuta una condotta di guida adeguata al tipo di veicolo e soprattutto al contesto, il parcheggio davanti a una scuola materna e che presentava carenze nella segnaletica.

Nessuna responsabilità viene ipotizzata a carico della mamma della giovanissima vittima, che stava facendo scendere dalla propria vettura l’altro figlio quando Cristiano si è incamminato nel parcheggio ed è finito sotto la parte anteriore del suv, né nei confronti del Comune.

I difensori dell’automobilista, avvocati Maurizio Lepore e Marco Mascheroni di Lodi, per ora non rilasciano dichiarazioni. Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore Armando Spataro l’automobilista era già stato interrogato, ed erano state prodotte numerose perizie. La difesa però evidenzia che i carabinieri non avevano contestato violazioni al Codice della strada da parte dell’automobilista.

Il timore, vista la rilevanza sociale del dramma di Borghetto, è che, pur a fronte di un fatto colposo, possa venire richiesta una pena particolarmente severa, e per questo i rilievi fotoplanimetrici che di solito sono sufficienti per ricostruire impatti a velocità elevata in questo caso, trattandosi di un veicolo in manovra, sono stati ulteriormente approfonditi, per arrivare a una precisione dell'ordine di centimetri nella determinazione degli spostamenti del bambino e del veicolo e del punto dell'impatto, ma a complicare le cose ci sarebbe stato anche il gesto di umanità di una bidella che aveva ripulito il piazzale.

Il bambino - sarebbe emerso dalla perizia della procura e dall’autopsia - sarebbe stato investito ma non completamente schiacciato dal sud. Un particolare, però, che potrebbe essere ancora oggetto di discussione.

In campo anche i Ris, che hanno escluso che il piccolo Cristiano potesse aver battuto la testa contro uno dei fanali anteriori dell'auto. Forse qualche elemento in più per affrontare il giudizio potrebbe arrivare dalla conferma della presenza di una vettura che stava lasciando il parcheggio di via Lago mentre il suv stava per entrare.

Su tutta la vicenda, il dramma di due famiglie, perché anche l’automobilista 30enne stava portando il proprio figlio alla scuola materna.

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