La procura di Lodi ha disposto per domani mattina l’autopsia sulla salma di Marco Venturini, il 30enne di Sant’Angelo ucciso domenica mattina da un amico durante una battuta di caccia. Dal fucile, infatti, è partito inavvertitamente un colpo che ha centrato Marco alla testa. Vano l’intervento dei sanitari.
Il fratello di Marco, Giovanni, e i due amici che domenica si trovavano con lui, sono già stati sentiti dai carabinieri della stazione di Sant’Angelo, la stessa domenica e poi ancora lunedì. Le loro versioni combaciano e tutto lascia pensare che si sia trattato realmente di un incidente e una tragica fatalità. Ma per togliere agli investigatori anche gli ultimi dubbi, la procura ha deciso di disporre l’autopsia sulla salma, per chiarire con quale angolazione è entrato il proiettile nel cranio di Marco e se sul suo corpo ci fossero altre ferite.
Solo dopo l’esame, che sarà eseguito presso la camera mortuaria di Lodi, potrà essere celebrato il funerale. Forse la cerimonia sarà già sabato.
Nel frattempo il giovane che ha premuto il grilletto è stato denunciato a piede libero per “omicidio colposo”. La tragedia si era consumata intorno alle 8.30, nelle campagne di Sant’Angelo vicino al fiume Lambro. «Avevamo appena colpito un’anatra - riferisce il fratello Giovanni -. Due di noi si sono quindi allontanati per cercare di recuperare la preda. Poi ho sentito uno dei miei amici urlare, e ho capito subito che era successo qualcosa a mio fratello». Il fucile, un Beretta semiautomatico, gli era sfuggito di mano e un colpo era partito inavvertitamente verso l’alto; poi l’arma si è abbassata, per il rinculo, ed è partito un secondo colpo, dritto alla testa di Marco Venturini. Per lui non c’è stato scampo.
D. C.
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