Dopo la maxi inchiesta sulla bonifica all’ex Sisas di Pioltello, paura e preoccupazioni sul traffico dei rifiuti dilagano tra i cittadini del Lodigiano. L’indagine, che ha portato a 6 arresti e a 38 indagati a piede libero, riguarda il sito di interesse nazionale ex Sisas: lo stabilimento chimico produceva acetilene, solventi e plastificanti e, una volta fallito, aveva lasciato 350mila tonnellate di rifiuti. Anche pericolosi.
Oggi il Comitato No ampliamento discarica si chiede se ci siano legami tra i traffici al centro dell’inchiesta e la discarica di Cavenago. «Nell’ex stabilimento Sisas di Pioltello erano state accumulate tonnellate di rifiuti pericolosi consistenti in scorie tossiche e nerofumo - dichiara Mario Forti, esponente del Comitato -. L’appalto per lo smaltimento di questi rifiuti è stato affidato alla Daneco, società facente capo all’imprenditore Colucci, proprietario della discarica di Cavenago d’Adda. Nelle indagini svolte dal nucleo ecologico dei carabinieri risulterebbe che per l’aggiudicazione dell’appalto in questione, il titolare della Daneco abbia pagato una grossa tangente al funzionario di fiducia del ministero dell’Ambiente, incaricato di sovraintendere l’attività di bonifica. Dall’esame di un’interrogazione parlamentare svolta nel 2011 per chiarire la vicenda sembrerebbe che una parte dei rifiuti speciali siano stati smaltiti nella discarica di Cavenago d’Adda. Dalle indagini risulta inoltre che i rifiuti venivano declassati e da rifiuti speciali pericolosi a rifiuti speciali non pericolosi, propria di una illecita attività di falsificazione delle relative certificazioni. Ciò - aggiunge Forti - lascerebbe supporre che nel nostro territorio si possa essere verificato un gravissimo traffico illecito di rifiuti speciali che potrebbero essere stati smaltiti nella discarica di Cavenago, facendoli passare come rifiuti non pericolosi. In realtà questi rifiuti sono da considerare tra i più pericolosi per l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e della salute».
Forti va poi all’attacco: «Cosa hanno fatto i politici, gli amministratori locali e i funzionari dei diversi enti preposti alla tutela del territorio al fine di garantirne l’integrità? Quali controlli sono stati fatti sui rifiuti portati nella discarica di Cavenago? L’indagine è nata infatti nel 2011 e da molti anni il Comitato “No Ampliamento Discarica si oppone all’ampliamento della stessa denunciando fatti e circostanze precise che determinerebbero un grave pericolo di inquinamento delle falde e dell’ambiente in generale e della salute in particolare modo.
Nella giornata di sabato Fratelli d’Italia ha accolto proprio a Cavenago il consigliere regionale Riccardo De Corato, un appuntamento a cui ha partecipato il coordinatore provinciale Nancy Capezzera, oltre a diversi cittadini. «De Corato - spiega la Capezzera - ha preso un impegno ben preciso: farà delle richieste scritte a Regione Lombardia e a all’Arpa per sapere sia cosa ne pensano della riprofilatura sia quanti e quali controlli sono stati fatti sull’impianto. Si confronterà anche con la Procura».
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