Chiude il Darty, otto a casa

La struttura all’interno del Bennet rientra tra

le 10 tagliate in tutta

Italia con la perdita

di 86 posti di lavoro

Chiude il megastore di elettronica Trony, ma a marchio Darty, al centro Pieve Bennet di Pieve Fissiraga, in otto restano a casa: il punto vendita rientra tra i 10 che il gruppo Dps, proprietario della struttura, ha deciso di chiudere in tutta Italia, con una perdita di 86 posti di lavoro totali. In altri 51 punti vendita (tra cui quello di San Giuliano) è prevista una riduzione di personale con 310 esuberi complessivi. I lavoratori dei punti vendita in chiusura entrano in cassa integrazione straordinaria, quelli nelle strutture in ridimensionamento accedono ai contratti di solidarietà. Nei giorni scorsi una svendita con sconti al 50 per cento ha aperto la strada alla dismissione totale del punto vendita nel centro Pieve Bennet: i dipendenti sono al lavoro soltanto per le ultime operazioni, la vendita dei residui scontati e la sistemazione degli scaffali desolatamente vuoti. La chiusura ufficiale è prevista per il 6 giugno. Il negozio ha ancora l’insegna e il marchio Darty, anche se la multinazionale francese aveva venduto le sue attività italiane nella seconda metà del 2013 a Dps Group-Trony. Lo stesso gruppo peraltro ha appena concluso l’acquisizione dei negozi Fnac, a cui è stata cambiata l’insegna in Trony. Al megastore di Pieve Fissiraga non sono mai nemmeno state sostituite le insegne invece, e il motivo forse è chiaro oggi, a dismissione della struttura in corso. Tutta la vicenda è stata trattata a livello nazionale, però, e l’accordo sindacale è stato siglato a inizio marzo da Assolombarda con le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs interessando complessivamente la perdita di 86 posti di lavoro nei punti vendita in chiusura e 310 nei punti vendita in ridimensionamento.

In questi ultimi l’applicazione del contratto di solidarietà a oltre 600 dipendenti (ma non in tutti i punti vendita) consente di rinviare il problema almeno di un anno.

I motivi della procedura di mobilità per licenziamento collettivo sono da ricercarsi secondo l’azienda nel calo di fatturato, nella pressione esercitata dai clienti per ottenere soluzioni tecniche sempre più economiche e nuovi prodotti da commercializzare (con elevati costi di sviluppo, quindi), e infine un disequilibrio economico causato dalla quantità di vendite 2013 nelle strutture in cui sono stati evidenziati gli esuberi.

I lavoratori dei punti vendita in chiusura accedono alla cassa integrazione straordinaria «per cessazione parziale dell’attività» per 12 mesi, con possibilità di rinnovo per altri 12 mesi.

L’azienda ha garantito l’anticipo di cassa con la corresponsione diretta del salario di cassa integrazione in attesa che l’Inps perfezioni la procedura e cominci effettivamente ad erogare i soldi. La chiusura del punto Trony (a marchio Darty) segue nel Lodigiano quella avvenute due anni fa del punto vendita Unieuro al centro commerciale My Lodi.

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