Negli ultimi sei mesi nel Lodigiano ci sono stati sette incendi in altrettanti impianti di smaltimento o trattamento rifiuti. Alcuni di una inimmaginabile violenza, come l’ultimo di Marudo, che ha distrutto un’intera realtà produttiva.
Sono quasi quarant’anni che scrivo su questo giornale e conosco bene la storia contemporanea del Lodigiano. In passato quando si parlava di incendi di vaste dimensioni erano sempre le cascine ad andarci di mezzo, e il fuoco si appiccava per autocombustione, perché il fieno era stato stipato senza farlo asciugare a dovere. Gli incendi nelle industrie accadevano molto di rado. Qui, invece, in soli sei mesi, ne abbiamo avuti sette: tutti in aziende o siti che si occupano di smaltimento.
Non può essere una casualità, e i casi sono due. O c’è di mezzo un piromane. O c’è di mezzo qualcos’altro.
È per questo motivo che chiediamo alle istituzioni preposte di svolgere le indagini a tutto campo, perché da troppo tempo siamo preoccupati per i tanti segnali oscuri che provengono dal nostro territorio.
Da due anni scriviamo che vorremmo essere tranquillizzati sui repentini passaggi di proprietà che avvengono nel settore degli esercizi commerciali, acquistati e venduti da imprenditori che non hanno mai avuto le radici piantate in questa terra.
Da tempo segnaliamo con grande preoccupazione i continui incendi appiccati alle aziende che si occupano di rifiuti e di movimentazione terra.
Parimenti ci impensieriscono i furti che si registrano ovunque. Talvolta le pagine del «Cittadino» sembrano un bollettino di guerra. Poveri noi....
Ci appelliamo alle istituzioni e alle forze dell’ordine affinché facciano il possibile e l’impossibile per impedire che il Lodigiano entri in una spirale dalla quale sarà difficile uscire.
Pochi giorni fa ad un incontro di sindaci appositamente convocati è stato detto che non esiste alcuna emergenza furti nel Lodigiano. Hanno aggiunto che la colpa è anche della stampa, che spesso fa titoli troppo allarmistici.
Non condividiamo questa visione né questo atteggiamento che tende a minimizzare i campanelli d’allarme che suonano nell’intero territorio e - senza polemica alcuna - ribadiamo che non verremo meno al nostro compito.
Continueremo a svolgere il lavoro di ogni giorno, che è quello di cronisti che vogliono bene alla terra nella quale sono nati e vissuti, che vogliono difenderla e, soprattutto, sono alla ricerca della verità.
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