Un colpo quasi “chirurgico”, messo a segno con una precisione e una sicurezza che lasciano sbalorditi. Nel mirino dei ladri è finita l’officina meccanica Foina e Arienta alla frazione Codognino: nella notte fra mercoledì e ieri sono spariti diversi quintali di acciaio inox lavorato e bronzo, oltre a due camion. Valore della refurtiva ancora da quantificare, ma vicino comunque ai 100mila euro. «Spero che vengano ritrovati almeno i camion, questo furto ci mette davvero in difficoltà» dice scoraggiato il titolare, Renzo Arienta.
Il furto lo ha scoperto proprio lui, ieri mattina alle 7.30 quando è entrato nei capannoni e ha aperto l’azienda. I ladri erano entrati dalla finestra del bagno, dalla quale hanno sradicato l’inferriata, e poi hanno distrutto tutti gli allarmi collegati con la centrale dell’Ivri. Ma la loro presenza all’interno dei capannoni avrebbe dovuta essere comunque rilevata dai sensori e “trasmessa” alla centrale. «Voglio capire come mai non è scattato l’allarme» prosegue il titolare. Fatto sta che nessuno è venuto a controllare e così i ladri hanno potuto agire indisturbati. Il sospetto è che siano rimasti al lavoro per quasi tutta la notte.
Con un muletto, quindi, hanno caricato tutto l’acciaio inox già lavorato e il bronzo sui due camion che c’erano nel capannone. Si sono presi anche due ruote con i cerchioni e poi hanno frugato ovunque, aprendo tutti gli armadietti e i frigo, anche questi ultimi svuotati. Sul muletto, ieri mattina, era rimasto un cappello, probabilmente indossato dai ladri: i carabinieri lo hanno prelevato per farlo analizzare.
«Ci sono troppe coincidenze in questo furto che non mi convincono. Sembra che i ladri sapessero esattamente dove mettere le mani e cosa rubare. E poi era la prima volta che avevamo così tanto materiale nei capannoni, per delle commesse che abbiamo ricevuto in questi giorni, e guarda caso sono venuti a rubare proprio ora». I sospetti, neanche troppo velati, sono rivolti ai tanti camionisti che ogni giorno entrano ed escono dalle officine meccaniche, provenienti da altre ditte. Forse qualcuno di questi può averne approfittato, ma si tratta comunque solo di un sospetto, per il momento senza fondamento.
Ieri mattina, quindi, il titolare ha chiamato i carabinieri e sul posto è intervenuta una pattuglia della compagnia di Lodi per fare un sopralluogo. La Scientifica ha cercato di rilevare le impronte; poi, come metto, ha prelevato il berretto trovato sul muletto. «Qui lavorano nove persone - aggiunge Renzo Arienta -, in passato erano 14, ma poi c’è stata la crisi e ho dovuto fare prima un po’ di cassa integrazione, poi chiedere a qualcuno di cercare lavoro altrove. Questo furto ci danneggia parecchio, ma non penso che ci saranno ripercussioni sugli operai. Avevamo il progetto di investire in un impianto di fotovoltaico, ma per il momento penso proprio che questo dovrà aspettare un po’».
© RIPRODUZIONE RISERVATA