Cronaca / Centro Lodigiano
Martedì 04 Agosto 2020
Crespiatica contesta i conti dell’Unione dei Comuni dell’Oltreadda ma Abbadia Cerreto non ci sta
Crespiatica non vorrebbe neppure pagare i costi di un eventuale recesso dall'Unione
«Una scelta coraggiosa, corretta e strategica»: così Agostina Marazzi, sindaco di Abbadia Cerreto, ha definito l’”Unione di Comuni Oltre Adda Lodigiano” -. Si tratta di una risposta utile a tutte le comunità che compongono questa gestione associata, l’opportunità di unire le forze di piccoli comuni e migliorare l’attività quotidiana delle amministrazioni comunali. E qualora si ritenesse che qualcosa non va – ha proseguito in qualità di presidente dell’Unione, in risposta alle dichiarazioni del sindaco di Crespiatica – sarebbe opportuno impegnarsi a correggere il tiro e non abbandonare un progetto costruito da anni con grande impegno che ha dato ottimi risultati».
Una comunicazione dai toni accesi, letta dalla Marazzi in occasione del consiglio dell’Unione del 22 luglio dopo la decisione dell’amministrazione guidata da Carlo Alberto Rizzi che intende far luce sull’operato dell’Unione per un maggior controllo sul bilancio proprio di Crespiatica: questa la motivazione espressa dal primo cittadino di Crespiatica che sulle spalle porta il peso di conti pubblici comunali in sofferenza, facendo riferimento «a costi fissi e pecuniari dell’Unione a carico di ciascun Comune, in cui non ci ritroviamo».
«Ingiustificate, ingegnose e sbagliate le parole utilizzate nelle dichiarazioni e nei documenti per giustificare una scelta legittima – ha commentato Agostina Marazzi – ma che non risolverà certo i problemi del bilancio del comune di Crespiatica. I 163mila euro menzionati dal sindaco Rizzi, che mancherebbero a bilancio, non possono essere imputati all’Unione ma, ad esempio, a minori trasferimenti dallo stato a fronte di un livello di tassazione basso o minori entrate dovute da un importante evasione di tasse e imposte. Certificati dai revisori dei conti, i bilanci dell’Unione non hanno mai sollevato alcun dubbio sulla gestione economica».
Dunque, all’orizzonte un contenzioso amministrativo preannunciato dalla volontà di Crespiatica di non sottostare al pagamento della quota di recesso fissata a 77mila euro a seguito dalla normativa regionale che cancella la penale per i recessi dalle Unioni da agosto 2019. Non essendo retroattiva, il dibattito rimane ancora aperto.
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