
Lodi guarda alla California. Circa 337 miglia più a sud della Lodi a stelle e strisce, pronuncia “Lodai”, con cui nel 1987 il capoluogo strinse un gemellaggio. Esattamente a Porter Ranch, un sobborgo alle porte di Los Angeles. Qui dove 2mila famiglie hanno dovuto lasciare le loro case - e altre migliaia potrebbero farlo nelle prossime ore - per uno dei più gravi disastri ambientali della storia, tutto legato al deposito di stoccaggio della Souther California Gas Company. Circa 2400 metri di profondità, realizzato in un giacimento esaurito di gas ad Aliso Canyon, lo stoccaggio perde gas dal 23 ottobre scorso.
Ad una velocità, secondo le stime diffuse dalle agenzie di stampa, compresa tra le 44 e le 58 tonnellate all’ora, tutti immessi in atmosfera. Traffico aereo interdetto sopra la zona, episodi di nausea, sanguinamento dal naso e mal di testa sono alcune delle reazioni registrate dalla popolazione. Per bloccare la perdita, secondo le stime della società, ci vogliono tra i 3 e i 4 mesi. Bisogna che sia scavato un pozzo parallelo e che siano immessi liquidi bloccanti. Un’odissea che fa paura, nel Lodigiano, per l’avvio dei cantieri del deposito di stoccaggio da 2,2 miliardi di metri cubi, autorizzato ad Ital Gas Storage, anche qui in un giacimento esaurito di gas metano. Ieri pomeriggio sul caso è intervenuta anche l’Assemblea del Lodigiano, organismo di partecipazione nato a livello provinciale. «A 50 chilometri da Los Angeles evacuate migliaia di persone per una fuga di metano da un deposito di stoccaggio - hanno argomentato i riferenti - : forse qualcuno nel Lodigiano deve farsi qualche domanda, immaginare cosa potrebbe succedere da noi e fare qualcosa prima che sia troppo tardi per tornare indietro». A monitorare, da subito, quel che sta accadendo in California, il Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano. «Stiamo seguendo le evoluzioni da ottobre perché abbiamo sempre denunciato rischi simili, oltre a quelli connessi alla sismicità - spiega il presidente Roberto Biagini - : diciamo da sempre che questi impianti non sono sicuri, nonostante le tante rassicurazioni. I rischi industriali rientrano in un’attività che è soggetta a normativa Seveso ed è quindi a rischio incidente rilevante, anche se si è sempre minimizzato il tutto. Dall’inizio della nostra attività abbiamo mappato 54 incidenti in impianti simili in tutto il mondo». A fronte della diffusione delle notizie d’agenzia, sul caso è intervenuta nella giornata di ieri, anche la società Ital Gas Storage, con una nota. In cui specifica che tutti i pozzi del giacimento esaurito, perforati dal precedente gestore, i primi negli anni Cinquanta, sono stati chiusi minerariamente, anche tramite l’utilizzo di tappi meccanici e di cemento. I 14 pozzi di collegamento al giacimento saranno di nuova realizzazione, «cementati alla roccia circostante - specifica Ital Gas - così da renderli sicuri ed ermetici». Per la società, dunque, il caso californiano non ha nulla a che fare con gli stoccaggi in Italia, dove «l’installazione e la manutenzione delle valvole di sicurezza, con la funzione specifica di impedire automaticamente la fuoriuscita del gas in superficie, sono obbligatorie». E assicura il presidio dell’attività 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, dalla centrale di controllo con personale specializzato, e investimenti costanti in termini di manutenzione e sicurezza.
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