Cronaca / Centro Lodigiano
Martedì 25 Ottobre 2011
Due indagati dopo il mortale
Il 62enne ucciso a San Colombano
Si terrà oggi o al più tardi domani, nella camera mortuaria dell’ospedale Maggiore di Lodi, l’autopsia su Giorgio Vaiani, il 62enne milanese ospite da diversi anni del Fatebenefratelli, dove era stato in cura in diversi reparti, che alle 19.45 di sabato è stato gettato a terra da un’auto e quindi travolto da una seconda sul tratto banino della strada provinciale 19 Graffignana - San Colombano, in un punto già denominato viale Milano ma privo di illuminazione e marciapiedi.
Sono due gli automobilisti indagati per omicidio colposo: C.M., 50 anni, di Graffignana, che ha lanciato l’allarme e che era al volante della Opel Vectra che sembra aver urtato il 62enne con lo specchietto destro, e C. (l’iniziale del cognome), un uomo di circa 66 anni di San Colombano al Lambro che domenica mattina, dopo aver appreso del tragico investimento, ha posteggiato la sua Audi station wagon davanti alla stazione dei carabinieri di San Colombano e ha suonato il campanello per raccontare che, proprio la sera prima, aveva investito qualcosa in viale Milano ma, non pensando che potesse essere un uomo, non si era fermato. Sentendo l’indomani la notizia in paese, ha voluto evitare di diventare un pirata della strada.
L’uomo di Graffignana era stato a cena da suo fratello, a San Colombano, e stava rincasando: questo può spiegare (ma, per la legge, non giustificare) il tasso alcolico di 1,06 grammi di alcol per litro di sangue che i carabinieri gli hanno riscontrato. La sua Opel presenta graffi sul parafango anteriore e sulle portiere di destra, oltre ad aver perso il retrovisore destro. L’Audi, invece, non ha nessun segno evidente: entrambi i veicoli sono sotto sequestro da Monfroni a Graffignana.
«Solamente l’autopsia potrà chiarire quanto davvero accaduto - riflette l’avvocato Serafino Bassanetti di San Colombano, che difende il 50enne -. Quel tratto di strada è stretto e privo di illuminazione. Ma bisognerà capire se il mio assistito abbia causato lesioni mortali, con un urto solo laterale, e se vi sia nesso di causalità tra la caduta presumibilmente causata dall’impatto con lo specchietto e il successivo investimento. Sicuramente è una tragedia che non voleva nessuno».
Il pedone sembra che tenesse, correttamente, la sua sinistra, per poter avvistare i veicoli in arrivo, come prescrive il Codice della strada per i tratti senza marciapiedi. Ma con un guard rail e un fosso al suo fianco, avrebbe dovuto essere un atleta per trovare scampo.
Nessuna delle due vetture, inoltre, sembra fosse in sorpasso. Il 50enne di Graffignana, resosi conto dell’impatto, aveva fatto inversione dopo una trentina di metri e, forse, si è reso conto che dopo di lui era passata una seconda auto. Che, in una prima ipotesi, potrebbe essere la causa dello sfondamento del cranio della vittima.
Intanto dal centro di riabilitazione psichiatrica Sacro cuore di Gesù Fatebenefratelli di San Colombano la direzione precisa: «Il programma terapeutico è sempre basato sull’adesione volontaria del paziente, che è libero di muoversi all’interno e all’esterno del centro, così come di abbandonare la struttura, che ha finalità riabilitativa».
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