Cronaca / Centro Lodigiano
Mercoledì 30 Marzo 2011
Due rapine in una mattinata:colpi a Marudo e a S. Zenone
Ancora una rapina in banca. L’ennesimo colpo, il quarto in meno di tre mesi nella sola provincia di Lodi, è avvenuto ieri mattina alla Popolare Lodi di Marudo, uno dei tanti sportelli “mono addetto” nel mirino dei banditi. Nessun cliente all’interno, due rapinatori in azione, un metal detector che impazzisce e l’impiegato costretto ad aprire il forziere della cassaforte a tempo, dietro la minaccia di un taglierino, o peggio ancora di una pistola.
Il bottino? Millecinquecento euro, proprio come a Zelo, il 23 febbraio, quando ad essere assaltata era stata un’altra filiale della Bpl, quella di piazza Italia, vittima di un anziano rapinatore. Sempre la Banca Popolare di Lodi, il 5 gennaio, aveva suo malgrado inaugurato il capitolo rapine nell’anno nuovo con la razzìa perpetrata alla filiale di via Libertà a Lodi Vecchio, dove tre uomini avevano terrorizzato la cassiera, puntandole il taglierino alla gola e allontanandosi con 15mila euro; il 19 marzo, invece, a cadere era stata la San Paolo di Sordio. L’ultima pagina del libro nero è stata scritta invece ieri mattina, attorno alle 10, al civico 34 di via Roma; obiettivo dei due rapinatori, entrambi piuttosto giovani e presumibilmente italiani, la filiale-sportello marudese dipendente da Sant’Angelo, fino a un po’ di tempo fa aperta al pubblico solo alcuni giorni della settimana. All’interno, un solo impiegato e nessun cliente: le condizioni ideali, per il primo dei banditi, per attendere l’ingresso di un complice e puntare diritto verso la cassa.
La coppia di malviventi ha minacciato il cassiere millantando il possesso di una pistola e di un taglierino: armi non esibite, ma che complice l’allarme del metal detector scattato all’ingresso del secondo rapinatore, mascherato in volto e con in testa un cappellino, ha convinto il bancario sulla bontà dell’“avvertimento”. L’incubo è durato una manciata dei minuti: il tempo necessario ai rapinatori per prelevare la prima somma messa a disposizione dalla roller-cash a tempo e dileguarsi, con 1.500 euro in tasca. A Marudo sono quindi giunti per i rilievi del caso i carabinieri; nelle loro mani, oltre alla testimonianza, ci sono anche le immagini immortalate dalle telecamere di sorveglianza.
Nel frattempo, il sindacato bancari Fabi torna a sottolineare la vulnerabilità delle filiali “mono addetti”: «Abbiamo detto in ogni modo che non le vogliamo e dobbiamo dire che qualcosa la Bpl ha fatto, trasformando alcuni sportelli in filiali con due addetti – spiegano il segretario provinciale Ettore Necchi e la dirigente Debora Russo dell’Rsa Bpl -. Abbiamo anche chiesto e ottenuto la presenza di una guardia giurata fuori dagli istituti assaltati e lo chiederemo anche per Marudo: ci rendiamo conto abbia un costo, ma la sicurezza degli addetti viene prima di tutto. La speranza è che gli sforzi premino e aiutino a rallentare un ritmo che, a oggi, minaccia di consolidare la triste leadership del Lodigiano nella classifica nazionale delle province più rapinate: il report sulla qualità della vita di ItaliaOggi, infatti, collocava il territorio all’ultimo posto per rapine a banche e poste, con 14,44 episodi ogni 100mila abitanti.
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