È polemica sulla diossina di Bargano

Una parte del terreno contaminato da diossina a Bargano di Villanova Sillaro è finita in Toscana, nella discarica dell’ex cava Fornace di Montignoso (Massa e Carrara), e non appena la notizia si è diffusa in zona è cresciuta la paura. A sollevare il caso un consigliere comunale del Movimento 5 stelle, Paolo Lenzetti, che attende dall’amministrazione di Montignoso un chiarimento sul fatto che l’Arpa toscana abbia contestato le modalità di analisi compiute da Arpa Lombardia sul materiale.

Si tratta di 314 tonnellate di “terre e rocce da scavo”, che costituivano la strada di accesso all’ex cava di Bargano (diventata discarica di diossina abusivamente negli anni ‘60). «Le analisi sulle diossine, al fine di determinare la modalità di smaltimento, le ha fatte l’Arpa di Lodi - spiega l’ingegner Claudio Tedesi, direttore dei lavori di bonifica di Bargano -: su 10 campioni, 8 contenevano diossina a valori compatibili con il terreno per insediamenti industriali, 2 invece compatibili con lo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi. Per precauzione, Arpa ha consigliato di inviare tutto in discarica. Il valore “zero” della diossina non esiste, è un inquinante che si rileva a concentrazioni minime. Non mi risulta che l’Arpa toscana abbia sollevato questioni».

Il documento Arpat qualifica anch’esso le terre della strada della cava di Bargano come “rifiuti non pericolosi” e specifica che “rispettano i valori previsti dalle tabelle 4 e 5 del Dm 27 settembre 2010”, ma in occasione di un sopralluogo alla discarica di Montignoso, destinazione finale dei 10 autocarri partiti da Bargano in marzo per conto della ditta Furia (incaricata della bonifica), i funzionari Arpat avevano evidenziato che “sui rapporti di analisi 571 e 572 di Arpa Lombardia, datati 8 marzo 2012, come fattore di equivalenza per il calcolo di diossine e dei dibenzofurani è stato preso a confronto quello relativo alle emissioni invece di quello previsto dalla tabella 4 del Dm 27 settembre 2010. Tuttavia le concentrazioni calcolate secondo i fattori di equivalenza...rispettano i limiti fissati». Il Movimento 5 Stelle contesta però al Comune di Montignoso mancanza di trasparenza sulla vicenda. Ieri mattina intanto in municipio a Villanova del Sillaro si è tenuta una riunione tecnica sul lotto di bonifica in corso: «Si è fatto il punto sui lavoro e so che si è parlato anche della polemica in Toscana, ma mi risulta che sia tutto in regola», spiega il sindaco Moreno Oldani.

La bonifica a Bargano invece non sta rispettando la tabella di marcia: dopo l’imprevisto della rimozione del terreno della strada di accesso («che io avrei solo contenuto sul posto», osserva Tedesi) ora bisogna anche attendere l’ok di Regione Lombardia o della Regione Emilia Romagna (dove ha sede la ditta Furia) per portare all’estero 1.100 metri cubi di terreno fortemente contaminato situato all’interno dell’enorme buca dell’ex cava: «Si tratta di materiale che in Italia nessuno tratta, e ricordo che nei precedenti interventi, con spedizioni in Inghilterra e in Germania, con rigorosi controlli, non c’erano stati problemi. Ora si tratta solo di attendere i tempi burocratici».

La bonifica, avviata negli anni Novanta, è già costata più di 5 milioni di euro, tutti di fondi pubblici.

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