Quello che probabilmente era nato come uno scherzo ai danni di un 34enne (invalido al 75 per cento) è diventato per la procura della Repubblica di Reggio Calabria qualcosa di molto grave e così nei giorni scorsi sono scattate sei ordinanze di custodia cautelare per violenza sessuale: in carcere sono finite anche due persone residenti in una località del Centro Lodigiano, un 50enne di origini calabresi e la sua attuale compagna, una marocchina 30enne, mamma e incensurata. La vicenda raccontata in decine di pagine di capo d’imputazione, è avvenuta nel Reggino una quarantina di giorni fa. In una grande villa c’è una riunione di famiglia: tutti sono piccoli imprenditori, qualcuno vive al Sud, altri sono da tempo al Nord, e si ritrovano per una cena con i parenti più anziani. Si mangia e si beve. A un certo punto, una delle donne comincia a scherzare con un altro parente: è il 34enne, che all’apparenza è una persona come tutte le altre, ma che ha alcuni deficit cognitivi e per questo è considerato disabile. Un “ragazzone” al quale la donna rimprovera di aver fatto maldestre avances alla propria sorella più giovane. Poi il “gioco” si sarebbe fatto pesante per quello che il pm ha definito “violenza sessuale di gruppo”. Quando è tornato a casa, il 34enne ha raccontato tutto all’anziana madre, che ha fatto partire la querela. Gli inquirenti hanno recuperato alcune foto scattate dagli invitati alla festa e individuato, tra i commensali, 6 indiziati. I due lodigiani, interrogati ieri per rogatoria dal gip di Lodi, si sono difesi a lungo. Passata la festa hanno dormito sonni tranquilli fino alle 6 del mattino, quando sono arrivati i carabinieri
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