Rubano il rame persino alla Madonna del Latte: nei giorni scorsi, ignoti hanno sottratto parte delle canaline di scolo della cappella votiva situata ai piedi della collina, proprio in fondo a via Visconti. La notizia è stata diffusa dal parroco don Mario Cipelli nel corso della messa di ieri mattina.
A un primo esame, i ladri hanno rubato due canali di scolo, di cui uno solo parzialmente, e una grondaia, lasciando intatti altri pluviali pure in rame, tra cui i canali lunghi della parte più alta della cappella e le relative grondaie. Le parti intatte restano nella zona della cappella protetta dalla cancellata di ferro, ma sembra comunque improbabile che tale protezione, poco alta e facilmente superabile, sia stata sufficiente a scoraggiare l’iniziativa dei malintenzionati. È più probabile che i ladri siano stati disturbati nel loro lavoro da qualcuno di passaggio oppure addirittura che si tratti di un furto per così dire casuale da una banda di passaggio alla ricerca di qualche obiettivo sensibile. Nonostante l’esiguità del bottino, rimane il danno per la cappella.
La Madonna del Latte è cappella votiva particolarmente venerata a San Colombano soprattutto da puerpere e giovani madri a cui, da qualche anno, è dedicata la tradizionale messa di maggio. La cappella risale al 1853 e fu riaperta al pubblico nel 1996 dopo anni di abbandono e degrado. Il suo restauro, la riapertura e la gestione furono iniziativa di un gruppo di volontari raccolti attorno al comitato MadLat che l’ha fatta tornare all’antico splendore, si occupa della sua manutenzione e organizza la festa di maggio. Il comune la acquisì al suo patrimonio nel 2001 insieme al parco retrostante.
La cappella è oggi luogo di culto molto frequentato a maggio per le celebrazioni mariane e durante tutta l’estate è luogo di ritrovo di banini e non solo per la frescura che la caratterizza costantemente: posta ai piedi della collina al bivio tra la val Cornaleda e la strada del Campo del Fico l’aria che si incanala scendendo dal colle è particolarmente fresca.
Proprio la sua posizione può avere invogliato i malintenzionati: posta alla fine di via Visconti, rimane ai limiti dell’abitato e le prime case sono a 30 metri, separate da un parco giochi peraltro molto frequentato, di giorno da famiglie con bambini ma anche di sera da gruppi di ragazzi.
Il timore è che questo primo colpo sia da preludio ad altri per uno dei luoghi di culto più amati di San Colombano.
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