Cronaca / Centro Lodigiano
Sabato 12 Dicembre 2015
Gli mettono la casa all’asta, artigiano si toglie la vita
Un idraulico di 54 anni, T.G., si è tolto la vita ieri mattina nella sua villa di Valera Fratta dopo aver mandato un messaggio alla commercialista delegata dal tribunale di Lodi di seguire la procedura dell’asta giudiziaria della casa. L’immobile era stato aggiudicato alla fine di settembre, ma il tribunale aveva concesso all’ex proprietario il tempo necessario per il trasloco. Ieri, dal telefono dell’uomo, un sms alla commercialista. «Venga pure alle 11.30 a prendere le chiavi, se trova la porta aperta può entrare», questo il tenore del messaggio.
Quando la commercialista è arrivata a Valera, in via Matteotti, e ha aperto il cancelletto, si è trovata di fronte a una scena che l’ha scioccata: l’uomo era impiccato, sembra nel giardino posteriore. La delegata non ha potuto fare altro che avvertire i carabinieri, intervenuti da Sant’Angelo per accertamenti e rilievi. Il pm di turno Nicola De Caria in queste ore valuterà se disporre o meno l’autopsia. Originario di Villanterio, una ventina di anni fa si era sposato con una donna di Valera di sei anni più giovane. Lascia due figli di 17 e 20 anni. Al momento del ritrovamento sembra che in casa con lui non ci fosse nessun altro. «Una persona che non aveva mai dato segni di difficoltà economiche - constata preoccupato il sindaco Giorgio Bozzini -, l’avevamo sempre visto sereno e non sapevamo neppure che stesse traslocando. Un buon lavoratore. Non ho parole».
Il tribunale di Lodi manda all’asta circa 600 case all’anno e questo non era considerato certo un caso problematico. L’imprenditore non aveva posto ostacoli alla procedura, avviata già nel 2013, e il fatto che avesse detto di aver trovato un’altra abitazione aveva rasserenato, se mai ce ne fosse bisogno, gli “addetti ai lavori”. Uno dei creditori che aveva promosso l’asta è Equitalia. L’episodio è all’attenzione anche del procuratore della Repubblica Vincenzo Russo: «Si tratta di un fatto gravissimo, figlio della grave crisi in cui ci troviamo, e i creditori chiedono di essere pagati. Difficile trovare rimedio».
Il procuratore Russo: «Si tratta di un fatto gravissimo, figlio della grave crisi in cui ci troviamo»
© RIPRODUZIONE RISERVATA