Cronaca / Centro Lodigiano
Sabato 19 Marzo 2016
Idrocarburi, partono le ricerche Usa a San Colombano
Gli americani alla ricerca del gas in Pianura padana passano da San Colombano. Si sono svolti questa settimana i rilievi geofisici per studiare il sottosuolo banino e capire se c’è la possibilità o meno di trovare idrocarburi. Le indagini si sono concluse giovedì, e in questi giorni gli operai della società polacca incaricata sono all’opera per rimuovere i cavi che è stato necessario posare per il lavoro delle sonde. Titolare del permesso di ricerca è la società americana Aleanna Resources, che per l’Italia ha sede a Roma. Nei giorni scorsi non sono sfuggiti agli occhi più attenti alcuni camion con insegne e scritte in polacco, posizionati nel bel mezzo dei campi ai piedi della collina, tra Belfuggito, le Tre Strade, Mostiola e Lambrinia, dall’altra parte della strada e quindi in provincia di Pavia. Erano i camion con i quali innescare vibrazioni nel sottosuolo (fino a una profondità di 600 metri circa) per ottenere dati e informazioni che, una volta processate, permetteranno di avere una mappatura precisa di cosa ci sia sotto i piedi dei banini. I risultati si conosceranno dopo l’estate.
Le operazioni erano partite un mese fa nel Pavese e hanno interessato a ridosso del Lodigiano i comuni di Badia, Chignolo Po e marginalmente Miradolo Terme. È il permesso di ricerca denominato “Belgioioso” che inizialmente prevedeva di estendersi su oltre 300 chilometri quadrati tra la provincia di Pavia, l’enclave milanese di San Colombano e il Lodigiano. I comuni lodigiani interessati erano Graffignana, Sant’Angelo, Vidardo, Marudo, Valera Fratta e Caselle Lurani, Pieve Fissiraga, Borgo San Giovanni, Villanova del Sillaro, Borghetto, Livraga, Brembio, Ospedaletto, Orio Litta, Senna e Casale, ma Aleanna Resources ha deciso poi di ridurre il campo di ricerca in sede di progetto esecutivo a soli 86 chilometri quadrati, e non svolgerà ricerche in provincia di Lodi. «Si tratta di indagini particolarmente complesse dal punto di vista tecnico-operativo, e molto costose – spiega Pietro Marsili, responsabile delle operazioni di Aleanna -. Un’acquisizione geofisica in 3D non si svolge dall’oggi al domani. Escludiamo di eseguirne nella provincia di Lodi per tutto il 2016 e per il 2017, ed è probabile che per 3 o 4 anni l’area non sia più presa in considerazione. Ora puntiamo a trivellare un pozzo, se i risultati geofisici ci daranno riscontro. Bisogna tenere presente in ogni caso che occorrerà un’autorizzazione nuova a perforare, con un iter burocratico che permetterà a tutti gli interessati di intervenire per porre questioni e dubbi. Cerchiamo di operare sempre in collaborazione, come abbiamo fatto anche durante queste acquisizioni». I rilievi si sono svolti perlopiù su terreni agricoli. Sono stati concordati e fissati in precedenza con le associazioni di categoria dei parametri di indennizzo per il calpestio delle eventuali colture. «E in ogni caso siamo entrati nei campi solo dopo aver avuto l’assenso delle aziende agricole o delle proprietà, e sempre concordando percorsi e presenze, in modo da causare il minor disagio possibile – afferma Marsili -. Prima di iniziare c’era grande preoccupazione (e le amministrazioni dei comuni lodigiani nel 2013 avevano espresso parere contrario in vista dell’Intesa Stato-Regione, ndr), ma abbiamo dimostrato invece che le attività si possono svolgere in sintonia con il territorio e con le iniziative agricole». All’inizio della settimana prossima gli operai avranno finito di rimuovere i materiali di cantiere, mentre la fase di elaborazione dati occuperà i tecnici per tutta l’estate. In autunno si saprà se nel sottosuolo tra Pavese e collina di San Colombano c’è il gas.
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