Alla fine il “caso Decathlon” sbarcherà in tribunale, il primo “round” tra Provincia di Lodi e Comune di Pieve si terrà la prossima settimana, il 12 luglio presso il palazzo di giustizia di Lodi.
Al centro della querelle l’autorizzazione a costruire nel complesso produttivo situato lungo la strada provinciale 235, concessa dall’amministrazione comunale e contestata da palazzo San Cristoforo, che ha presentato un esposto nel momento in cui si è visto «negare l’accesso agli atti burocratici». Ieri mattina il presidente Pietro Foroni, l’assessore Nancy Capezzera e il dirigente del settore urbanistica Paola Taglietti hanno incontrato l’avvocato Ercole Romano per fare il punto della situazione.
«Ciò che è emerso da una prima analisi svolta con il nostro legale - spiega la Capezzera - è che la documentazione presentata in tribunale dal Comune di Pieve è incompleta. Per esempio manca la convenzione stipulata il 25 gennaio 2012 tra il Comune e l’operatore, nella quale dovrebbero essere contenuti i dettagli del progetto. Inoltre, nelle carte non si parla mai di Decathlon ma di due fabbricati da realizzare: un'attività commerciale e un’attività artigianale, ovvero un ricovero per materiale metallico. In questo caso, però, si tratta di un comparto di medie dimensioni che deve essere soggetto a conferenza di servizi e autorizzazione da parte di Regione Lombardia. Tutto questo agli atti non c’è».
Un altro problema preso in considerazione riguarda la Vas, la Valutazione ambientale strategica: «La procedura legata alla Vas è stata chiusa il 18 gennaio 2012, il Comune di Pieve ha deciso di recepire il protocollo stilato con la Provincia e con il Comune di Cornegliano e ha definito l’area interessata come un ambito di trasformazione assoggettato alla concertazione con la Provincia stessa. Ma poi questa concertazione non c'è mai stata». Il protocollo definisce la possibilità di collegare con una “bretella” i due comparti produttivi che si affacciano sulla 235, attraverso un collegamento sotterraneo.
La Capezzera risponde infine agli attacchi arrivati dal sindaco di Pieve, Paola Rusconi: «Stiamo solo cercando di appurare la correttezza formale di tutte le procedure adottate in questa vicenda. Non abbiamo nulla contro Decathlon e gli unici interessi che intendiamo tutelare sono quelli di un territorio che, soprattutto in quell’area, ha già dovuto scontare una politica insediativa che senza preoccuparsi delle conseguenze sul consumo di suolo e sul traffico per anni ha mirato solo a permettere ai Comuni di fare cassa». Dal suo punto di vista, sulla questione il primo cittadino è in difficoltà: «Restiamo assolutamente sereni anche a fronte dei toni adottati dal sindaco, che fin da subito ha trattato le legittime richieste di chiarimenti e le obiezioni della Provincia come un affronto personale e un attacco politico, arrivando persino ad accusarci di atteggiamenti infantili e confusi. Lasciando perdere questi giudizi che la struttura provinciale non merita assolutamente e che per quanto mi riguarda personalmente posso solo rimandare al mittente, resta il fatto che il sindaco non ci ha fornito ancora adesso elementi per poter ritenere ingiustificato il ricorso al Tar e legittime le sue decisioni»..
Caso Decathlon, toccherà al tribunale dirimere la vertenza tra Comune di Pieve Fissiraga e Provincia di Lodi sull’ennesimo capannone lungo la 235: l’udienza davanti al tribunale di Lodi è fissata per il prossimo 12 luglio. Palazzo San Cristoforo contesta documentazioni e procedure
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