Cronaca / Centro Lodigiano
Mercoledì 04 Aprile 2012
Il “caso Decathlon” scalda il consiglio
Oggi l’aula discute sul nuovo punto vendita
Alla prima convocazione, la maggioranza aveva dato forfait. Ora il caso “Decathlon”, ovvero l’ipotesi che il colosso francese dello sport trovi casa a Pieve Fissiraga, nel capannone in fase di costruzione nella zona artigianale di via da Vinci, sulla provinciale 235, torna ad infiammare il dibattito pubblico. Per le 18.30 di oggi, infatti, è attesa la resa dei conti, in una seduta straordinaria di consiglio comunale che si preannuncia al cardiopalma. Anche in virtù della aspre polemiche nate dopo la convocazione del consiglio dello scorso 26 marzo, che la maggioranza ha deciso di disertare, facendo mancare il numero legale e quindi impedendo la discussione. A quella seduta, infatti, erano presenti solo il sindaco di Pieve Paola Rusconi per la maggioranza, oltre a Gabriele Cottafava e Nevis Dainesi per la lista civica “La Pieve” e Carlo Schivardi del gruppo misto. Al segretario comunale il compito di certificare l’assenza del numero legale e di rinviare la seduta. Tra la lunga lista di punti all’ordine del giorno, c’era anche la mozione presentata dai consiglieri Cottafava e Dainesi della lista “La Pieve” sul caso Decathlon. In sostanza una richiesta di chiarimenti indirizzata alla maggioranza e incentrata sull’iter che ha portato al via libera rilasciato dal Comune di Pieve alla società immobiliare Lupa sas, che ha sede in via Mazzini a Cornegliano ed è la titolare del permesso di costruire oneroso nella zona artigianale del paese. Un capannone di cui è già possibile vedere lo scheletro in cemento armato percorrendo la provinciale 235, sul lato destro venendo da Lodi in direzione del casello dell’A1, all’altezza di cascina Ladina. Se dunque il cantiere è entrato nel vivo, le polemiche non si sono affatto placate. E proseguono su più piani, quello provinciale e quello comunale, legati tra loro. Palazzo San Cristoforo è entrato nella vicenda affidando l’incarico ad un legale per seguire la partita e avviare un ricorso al Tar, chiedendo il rispetto di tutte le norme urbanistiche previste dal Ptcp e sottolineando come il cantiere stia occupando una porzione di terreno di competenza della Provincia e in cui è prevista la costruzione di un tratto di pista ciclabile, che rientra tra gli accordi negoziali della o fase quattro di riqualificazione della Lodi - casello. Dal canto suo, il Comune ha replicato di aver rispettato tutte le norme e di aver risposto in maniera dettagliata ai chiarimenti richiesti da via Fanfulla. Spiegazione che non è servita a interrompere il cammino della pratica legale che la giunta Foroni ha intenzione di portare sui tavoli del Tar. Sul capitolo, poi, è intervenuto anche il corpo forestale dello Stato che ha richiesto tutta la documentazione inerente al caso. Per questo i consiglieri di minoranza chiedono uno “stop” al Comune come forma di autotutela ed evitare così di esporre l’ente al rischio di contenziosi legali.
Rossella Mungiello
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