Impianto gas: «Dopo i fuochi è rischio per la CO2»

Dopo il maxi impianto di gas, il rischio di uno stoccaggio di anidride carbonica nel Lodigiano? È l’allarme lanciato da Roberto Biagini, presidente del Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano, durante l’assemblea pubblica di venerdì sera nella gremita sala consiliare di Cornegliano Laudense. «Noi cittadini abbiamo scoperto che sono già in atto progetti pilota per lo stoccaggio della CO2 in diverse situazioni: una nell’acquifero profondo, l’altra in binomio con lo stoccaggio del gas e una terza in fase estrattiva», ha spiegato Biagini. Da qui, una richiesta: «Denunciamo subito la cosa e chiediamo alla politica di prendere le dovute precauzioni perché si escluda questa zona da qualsiasi progetto di stoccaggio misto gas metano-CO2». A questo proposito, Enrico Duranti del Comitato No Gas di Sergnano ha mostrato alcune documentazioni, tra cui un protocollo di intesa del 2010 tra ministero dello Sviluppo Economico e Regione che dichiara la volontà di promuovere lo sviluppo di tecnologie per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2 e quella di individuare nell’ambito della Lombardia un impianto pilota da utilizzare in via sperimentale ai fini dello stoccaggio di CO2 prodotta sul territorio. Tra le aree individuate dai vari studi in materia, anche il Lodigiano. Nell’assemblea sull’aggiornamento dei lavori del deposito di gas a Cornegliano, a cui erano presenti anche il presidente della Provincia Mauro Soldati, il sindaco Matteo Lacchini, Virginio Bordoni di Sel e l’eurodeputato del M5S Eleonora Evi, i toni sono stati spesso accesi, con grande concitazione dei cittadini che hanno implorato gli amministratori di bloccare il cantiere dell’impianto di stoccaggio gas e di fare controlli per verificare il corretto svolgimento delle attività da parte della Ital Gas Storage srl.

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