Bennet di Pieve Fissiraga e di San Martino, Il Gigante di Lodi, Auchan di San Rocco al Porto, Ipersimply di Codogno e forse la Coop di Lodi e l’IperFamila di Sant’Angelo: saranno quasi mille i lavoratori chiamati a prestare la loro opera durante la festività di mercoledì 25 aprile negli ipermercati e nelle gallerie commerciali della provincia, e una replica potrebbe andare in scena anche martedì primo maggio, festa dei lavoratori. Un’opera peraltro inutile perché le aperture festive non aggiungono fatturato ma lo spostano soltanto dai giorni feriali. La denuncia arriva dalla Filcams Cgil.
«Con la liberalizzazione delle aperture festive i centri commerciali si sentono in dovere di tenere aperto, ma non è un obbligo, è una libera scelta della catena - spiega Angelo Raimondi, neosegretario della Filcams Cgil di Lodi -. È una scelta che contestiamo perché mette in difficoltà centinaia di famiglie di lavoratori, che avrebbero tutti i diritti di riposare e di godere della festa. Per il 25 aprile purtroppo abbiamo già la certezza di diverse aperture e la segnalazione di altre probabili. Per il primo maggio speriamo possa andare un po’ meglio, anche se ci sono alcune strutture che terranno aperto. Ma poi il problema si può estendere anche a tutte le domeniche». Già perché dall’inizio dell’anno in pratica molti centri commerciali del territorio hanno adottato l’apertura fissa delle proprie strutture. «Ma alla fine avevamo trovato un accordo perché le aperture fossero da considerarsi sperimentali, in modo che dopo un periodo iniziale si potesse lavorare a un accordo territoriale - prosegue Raimondi -. Ora è il momento di tirare le fila di questa sperimentazione e di arrivare a un accordo non penalizzante per i lavoratori, anche alla luce del fatto che i risultati attesi dai centri commerciali non sembrano essere stati raggiunti». Infatti, la domenica è entrata in fretta nelle abitudini dei clienti, ma a discapito della spesa del lunedì o del martedì. Insomma, i fatturati non sarebbero cresciuti, e di occupazione in più manco a parlarne. «Ci avevano raccontato che avrebbero lavorato di più e quindi che ci sarebbero state possibilità di assunzioni - conclude Raimondi -. Invece il fatturato in più della domenica ha causato una perdita sull’inizio della settimana, ma i volumi complessivi sono rimasti pressoché uguali. E nuovi assunti non ci sono stati. In compenso sacrifici e disagi per i lavoratori, per quelli dei supermercati ma anche per i tanti piccoli negozi delle gallerie, dove spesso il personale è contato, i turni non ci sono e il riposo settimanale non esiste più».
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