La festa è finita ma resta la paura: «Chissà quanti si possono essere contagiati»

Il rave party di Ferragosto a Spino tra sindaci impotenti e attacchi al Governo

Nel primo pomeriggio di ieri il rave di Spino d’Adda poteva dirsi concluso. Dopo quattro notti di musica incessante lungo l’argine cremasco dell’Adda, la “festa” abusiva partita tra venerdì e sabato nei terreni di cascina Canova che aveva attirato più di mille persone provenienti anche da tutta Europa si avviava alla conclusione. Ma, oltre alle proteste dei residenti per il disturbo alla quiete pubblica, con notti insonni anche per i cittadini di Comazzo, Boffalora, Zelo Buon Persico e Paullo, non sono mancati nella giornata di ieri gli interventi politici che chiedevano di sgomberare l’area il prima possibile. Ad aprire la carrellata l’assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato. «Da una parte la recente ordinanza del governo con la quale vengono chiuse le discoteche per evitare assembramenti che favorirebbero la diffusione del coronavirus, dall’altra un rave party che continua indisturbato da oltre tre giorni nel Cremonese – ricordava -. Un serio pericolo per la salute dei partecipanti e per quella pubblica. Secondo quanto riportato dai residenti e dalla stampa locale, la Prefettura non ha sgomberato l’area lasciando che gli “irriducibili della musica” potessero continuare con lo sballo nel weekend di Ferragosto, fino ad oggi (ieri, ndr). Le forze dell’ordine sono state messe a presidio dell’area, non in condizioni di poter intervenire. Oltre a ciò, si sono registrati diversi interventi di ambulanze per numerosi partecipanti che si sono sentiti male». A destare preoccupazione era infatti anche il rischio sanitario visto l’assembramento creatosi senza alcun controllo. «Lo svolgimento dell’evento è assolutamente contrario ad ogni regola di sicurezza in relazione al distanziamento sociale che in questi mesi abbiamo attuato per arginare l’epidemia del Covid- 19 con il conseguente rischio di accensione di focolai – attaccava nel pomeriggio di ieri il sindaco di Paullo Federico Lorenzini -. Vi è la reale possibilità che alcuni dei partecipanti al rave vaghino nei Comuni vicini in cerca di ristoro o di altri servizi. Per l’avvenire sarà necessario che i sindaci, ignari di notizie sugli eventi, vengano avvisati anche della sola eventualità che manifestazioni del genere si possano verificare». La notizia del rave ha fatto il giro d’Italia, con il leader della Lega Matteo Salvini intervenuto sulla vicenda. «Mentre chiudono discoteche e locali da ballo all’aperto, a Spino d’Adda c’è un rave party da quattro giorni e quattro notti con musica ad alto volume e centinaia di ragazzi arrivati anche dall’estero. Per imprenditori e cittadini perbene, il governo prevede restrizioni e multe. Per clandestini e abusivi, invece, tolleranza e coccole. Esiste ancora un ministro dell’Interno?». Nel primo pomeriggio di ieri però come detto le prime auto e camper hanno iniziato a lasciare l’area, con i carabinieri sempre a presidiare la zona (a cui è seguito anche un sopralluogo dell’area insieme all’amministrazione comunale), ma non sono mancate scene spiacevoli in paese con gente fotografata stesa sull’asfalto. «Mi auguro che gli organizzatori vengano identificati e puniti. E sapere come sia potuto accadere», le parole del consigliere regionale del Partito democratico Matteo Piloni, il primo ad annunciare nel pomeriggio di ieri la fine del rave.

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