Lodi Vecchio, telefonata anonima al 112

“incastra” 19enne che spaccia hascisc

Une telefonata anonima ai carabinieri segnala nome, cognome e perfino modello dell’auto di «uno spacciatore nel parco Pertini di Lodi Vecchio» e un insospettabile incensurato di 19 anni, F.S., residente in paese, finisce in manette per spaccio di hascisc. L'arresto è stato effettuato verso le 19 di venerdì dai carabinieri della stazione di Lodi Vecchio dopo un pedinamento: verificata l'attendibilità della segnalazione i militari lo hanno visto salire sulla vettura, intestata al padre, assieme a un ventenne di Lodi, anche lui fino a venerdì “pulito” per le forze dell’ordine, e partire in direzione di Lodi. Al rondò del polo universitario i militari hanno intimato l’alt e il 19enne ha ben presto sfilato da una tasca un panetto di hascisc da 50 grammi. Aveva con sé anche un coltellino annerito usato per staccare le dosi mentre il giovane di Lodi aveva in tasca altri due pezzetti di droga, per poco meno di quattro grammi. Accompagnati in caserma, hanno confessato: il ludevegino ha ammesso anche in tribunale, sabato mattina all’udienza di convalida innanzi al giudice Maria Elisabetta Di Benedetto, di aver venduto la droga. «Lo faccio da circa tre mesi, la compero sempre a Corvetto, dalla stessa persona, un nordafricano, di cui però non so il nome». Il pm Silvana Gargiullo ha chiesto gli arresti domiciliari, «per meglio sottoporlo al controllo delle forze dell’ordine», il giudice invece ha disposto l’obbligo di firma, ogni giorno escluse le domeniche, presso la caserma di Lodi Vecchio. Fino all’udienza del 29 marzo in cui il 19enne, assistito dall’avvocato Lucia Guastella di Montanaso, patteggerà o opterà per il rito abbreviato. Ma a decidere l'entità della pena saranno anche le analisi del laboratorio dei carabinieri di Milano sullo stupefacente sequestrato.

Il 19enne ha spiegato di aver perso il lavoro a fine gennaio, un incarico semestrale presso una macelleria, e ha negato di fare uso assiduo dello stupefacente. Il giudice si è raccomandata: «Le abbiamo lasciato l’opportunità di cercare lavoro, lo faccia. Perché questa misura cautelare può anche essere cambiata». Il lodigiano è stato segnalato invece al prefetto come assuntore di stupefacenti.

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