MASSALENGO Ancora un cane vittima del veleno che era destinato alle nutrie

Il sindaco Serafini torna a richiamare gli agricoltori e invita i cittadini a prestare attenzione nei campi

È bastata una passeggiata nelle campagne appena fuori dal paese per imbattersi nella sostanza tossica. Non appena rientrati a casa, la cagnolina, una meticcia di dieci anni, ha iniziato a stare male.

Tremava, non riusciva a stare in piedi e la situazione è poi precipitata. E allora la corsa verso l’ospedale veterinario universitario. La diagnosi: avvelenamento, con una sostanza che è stata anche prelevata prontamente dal proprietario e analizzata. Era veleno per roditori, forse utilizzato per sterminare le nutrie, anche considerate le carcasse di alcuni esemplari visibili intorno alla zona dello spargimento. Brutta avventura, con lieto fine per fortuna, per la cagnolina dell’assessore al bilancio del Comune di Massalengo Gianluigi Zanoni. L’episodio risale a due settimane fa circa: l’animale oggi è fuori pericolo e sono arrivate le analisi di tutto l’iter di approfondimenti condotti del Dipartimento di prevenzione Veterinaria dell’Ats. Da qui la scelta di lanciare l’allarme contro il fenomeno dello spargimento di veleni nelle campagne, anche considerato che non è stato il primo ritrovamento simile.

La zona coinvolta oggi, spiega l’assessore al bilancio Zanoni, è lungo la strada in direzione Pieve Fissiraga, verso cascina Mongiardino, che si imbocca alle spalle della storica Villa Premoli. «La nostra cagnolina è stata trattata con farmaci e con una permanenza nella gabbia ad ossigeno e si è fortunatamente ripresa - spiega Zanoni - : siamo riusciti a prelevare della sostanza, che a vista sembrava simile a del mangime e che era posizionata all’ingresso di una tana di nutrie, tant’è che intorno c’erano alcuni esemplari di nutrie morte». Il sindaco di Massalengo Severino Serafini specifica che non è il primo ritrovamento simile. «Già durante il primo lockdown era stato segnalato un episodio simile e in questa occasione mi sono premurato di chiamare tutti gli agricoltori della zona ricordando quali sono i limiti e i doveri - sottolinea il sindaco - : capisco che le nutrie possano essere un problema, inutile negarlo. Anche considerato che i selecontrollori, durante il periodo di pandemia, si sono ridotti in numero, ma c’è modo e modo di affrontare le questioni e ricorrere a un veleno è un reato. Nessuno si deve permettere di compiere gesti simili che possono generare gravi danni alla flora e alla fauna selvatica come agli animali di affezione, come accaduto in questo caso».

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