
«Avevo ricevuto una comunicazione “informale” da parte dei carabinieri lo scorso autunno - riferisce il primo cittadino di Caselle Sergio Rancati -, ma nemmeno io sapevo granché della vicenda e delle indagini. In paese invece la notizia non era circolata, almeno fino a oggi (ieri, ndr)».
L’uomo vive già da diversi anni a Caselle Lurani, in passato si era trasferito in paese con tutta la famiglia mentre ora pare che viva solo con il figlio. Secondo quanto riferito dai carabinieri è un “nullafacente e pregiudicato per reati speficifi”. Già alcuni anni fa era stato arrestato per ordine della procura di Bari, che a sua volta lo aveva accusato di ricettazione di opere d’arte rubate.
Proprio per questi suoi “trascorsi” con la giustizia i carabinieri di Lodi e Sant’Angelo hanno deciso di fare una perquisizione nella sua abitazione durante le indagini per il maxi furto di Gallarate. Nei suoi confronti ora è stata emessa una misura cautelare dell’obbligo di firma presso la caserma dei carabinieri di Sant’Angelo.
«Sapevo che era stato individuato un deposito di opere d’arte di sospetta provenienza furtiva - prosegue il primo cittadino di Caselle Lurani -. Poi oggi sono stato avvertito da un mio assessore che la notizia stava cominciando a circolare attraverso i tg e i siti Internet. Francamente non so dire che tipo di reazioni ci siano state in paese, non so come sia stata presa la notizia».
Di più però il primo cittadino non vuole dire. Lui stesso è rimasto sorpreso nell’apprendere del maxi ritrovamento.
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