Minorenne violentata, via al processo

Ieri mattina in tribunale a Lodi la testimonianza della ragazza che all’epoca dei fatti era minorenne,

sotto accusa un marocchino residente a Pavia

Prima udienza per il caso di stupro in un locale. Ieri mattina si è aperto il processo contro un 29enne marocchino (K.J. le sue iniziali), residente nella zona del Pavese. È accusato della violenza ai danni di una ragazza, che all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne. Davanti al Tribunale di Lodi è stata sentita come testimone proprio la giovane, che in aula a porte chiuse ha riferito la sua versione su quanto avvenuto in una notte all’inizio del 2011.

Di fronte alla corte guidata dal giudice Gianfranco Criscione, è stata ricostruita la vicenda di tre anni fa a San Colombano al Lambro. L’episodio contestato era accaduto nella parte esterna di un locale. La ragazza era stata vista uscire in lacrime, insieme ad un’amica. Poi informati i genitori era stata accompagnata alla clinica Mangiagalli di Milano. Da qui erano partite le indagini da parte della squadra mobile di Pavia, insieme agli uomini della questura di Lodi. La giovane aveva sporto querela perché aveva sostenuto di essere stata costretta ad avere un rapporto sessuale e si era aperto un procedimento giudiziario, a carico dello straniero K.J. Il marocchino si era presentato in questura a Pavia e aveva confermato momenti di intimità con la ragazza, sostenendo però che lei fosse consenziente. È sempre stata questa la tesi della difesa, rappresentata in aula dalla legale del foro di Voghera Rovetta Sannita. Gli investigatori avevano anche ipotizzato che la ragazza (adesso 21enne) al tempo sarebbe stata drogata, sottoposta ad un cocktail con all’interno degli stupefacenti. Così sarebbe stata stordita, per fare in modo che qualcuno potesse approfittarsi di lei. Un’ipotesi che però è stata esclusa dalla difesa già nella fase dell’udienza preliminare, da parte della legale Rovetta Sannita. Aveva citato test tossicologici che sarebbero stati negativi. Tutti aspetti che saranno chiariti nel corso del dibattimento. A rappresentare l’accusa ieri c’era il pubblico ministero Sara Mantovani, mentre si è costituita parte civile la vittima. Il suo legale è Francesca Cucino del Foro di Milano, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulla delicata vicenda. Nel corso dell’udienza è stato sentito come teste anche uno dei cugini della ragazza, che è ritornato su quanto successo nell’area esterna del locale. Il 29enne marocchino non è stato sottoposto a misure cautelari, la difesa aveva più volte sostenuto la tesi che il rapporto tra i due fosse avvenuto, ma lei sarebbe stata consenziente. Il processo è stato ora rinviato a ottobre.

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