Miradolo, una fiaccolata per la badante uccisa e gettata nel Po

Anche il dna conferma: il corpo ritrovato l’8 giugno nel Po nelle griglie della centrale di Isola Serafini, nel Piacentino, è di Lavdije Kruja, la badante di 41 anni di Miradolo Terme. E la procura della Repubblica di Lodi indirizza ormai l’indagine sull’omicidio. Che sia stata ammazzata è una certezza, che arriva dai medici legali, ma sulle modalità esatte, forse strangolamento o soffocamento, rimane il riserbo che fin dall’inizio circonda questa indagine.

Diversi miradolesi, sorpresi e amareggiati per il fatto che un femminicidio abbia colpito anche nel cuore della loro comunità, assieme alla parrocchia hanno organizzato per giovedì sera una fiaccolata. Per ricordare la 41enne, che lascia due figli, ma anche per dire no a qualsiasi forma di violenza, a ogni sopruso sulla vita. Alle chiese di Miradolo e Camporinaldo da ieri mattina è comparso un manifesto che annuncia l’iniziativa: si partirà alle 20.45 da piazza Quattro Novembre. Ci sarà il coro Santa Cecilia, c’è anche l’invito a indossare qualcosa di rosso e a esporre un drappo o anche un fiore a finestre e balconi sul percorso del corteo, che girerà attorno al centro del paese. Previsti canti e anche la lettura di poesie. «Contro ogni violenza, perfino sul nemico», è il messaggio che si vuole lanciare. «Anche perché Lavdjie, il cui nome in albanese significa “gloria a Dio”, era una donna bella anche dentro», la ricorda una signora di Miradolo.

La sua storia, in un paese in cui ci si conosce ancora tutti, la sanno in molti: una decina di anni fa era arrivata a Miradolo con il marito, albanese, ma dopo 5 anni avevano deciso di lasciarsi. Lui, poi raggiunto dal figlio maggiore, è andato a vivere a Stradella, lei ha trovato a lungo ospitalità, assieme al figlio oggi 13enne, da un pensionato del paese. Sei mesi fa, con lui a fare da garante, si è presa una casetta nel centro di Miradolo, con il mutuo, perché voleva ospitare alcuni parenti intenzionati a venire in Italia in cerca di fortuna. Lavdje, detta Dea, ha infatti una sorella e un nipote in Italia ma altri 5 tra fratelli e sorelle nel Paese delle Aquile. Badante a ore, stava cercando un nuovo lavoro: a 41 anni amava ancora andare a ballare e ogni tanto “chattava” su Facebook. Aveva anche provato a rifarsi una vita con un 61enne di Chignolo Po, negli ultimi mesi.

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