Omicidio motel, arriva un elicottero

Un elicottero della polizia di Stato ieri mattina ha sorvolato diverse volte San Martino in Strada, in particolare la via per Sesto Pergola e il vicino motel nel quale sarebbe stata portato a termine lo scempio sulla povera Lavinia Simona Ailoaiei, la 18enne strangolata con due fascette la notte di venerdì 6 settembre dal ragioniere 41enne di Arese, reo confesso, Andrea Pizzocolo, che ha anche filmato l’omicidio da più inquadrature. Si tratterebbe degli ultimi rilievi per definire gli spostamenti del 41enne, arrivato al motel verso le 5.30 del mattino, per prendere una delle ultime camere libere. Quella notte sul registro degli ospiti erano tutte coppie, Pizzocolo era l’unico da solo. Lavinia agonizzante, o più probabilmente già il suo cadavere, erano chiusi nell’auto, una Hyunday I 35. Quello che è certo è che il 41enne era già stato nel motel di San Martino e quindi conosceva la possibilità di accedere alla camera assegnata direttamente attraverso il box, senza essere visto da altri ospiti. Scelta inevitabile se si vuole portare in camera una salma. Degli spostamenti di quella notte di orrore si sa già molto: ad esempio, che verso le 5, proveniente da un motel di Agrate Brianza, dove Lavinia era stata strozzata, si era fermato per uno spuntino all’autogrill di San Zenone Ovest. Lavinia sarebbe stata adagiata sul sedile, a detta di Pizzocolo, come se dormisse, e nessuno si sarebbe accorto di nulla. Così come a non accorgersi che il 41enne aveva una “doppia vita” sembra sia stata anche la sua compagna di 35 anni, conosciuta in Brasile durante un viaggio, dalla quale ha una bimba di 5 anni. La frequentazione di motel da parte di Pizzocolo, risulta alla procura di Lodi, è stata sicuramente assidua nell’ultimo anno e in questo stesso arco di tempo la compagna ha vissuto nella casa familiare di Arese per non più di un mese: le vacanze di Natale 2012 con i genitori di lui, poi per un certo periodo si era trasferita con la figlia in un appartamento in affitto in periferia di Roma, poi per quattro mesi dai proprio familiari in Brasile, poi in vacanza in Puglia con i genitori di Pizzocolo, e poi le ultime vacanze a Cervia con tanto di gita a Mirabilandia, dove Pizzocolo ha raggiunto per un breve periodo compagna e figlia ed è stata anche scattata la classica foto della famiglia felice. Quando, il 7 settembre, la donna è rientrata ad Arese, il dramma era già compiuto. La sera, mentre Pizzocolo giocava con la bambina, ha bussato alla porta la squadra mobile di Lodi. Una busta con 88 fascette uguali alle due che hanno ucciso Lavinia era in bella vista su un mobile della sala. Al difensore Angelo Farina di Lodi non sono stati notificati nuovi elementi mentre gli inquirenti coordinati dal procuratore Vincenzo Russo continuano a lavorare e a raccogliere nuovi elementi sul passato dell’insospettabile 41enne che a Lavinia avrebbe promesso 500 euro per il suo ultimo lavoro da escort. Intanto, per motivi di sicurezza e per l’assedio dei cronisti, è capitato che nei giorni scorsi la figlioletta di Pizzocolo abbia dovuto essere scortata all’asilo dai carabinieri.

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