Cinquantaquattro anni e otto mesi di carcere. A tanto ammontano, complessivamente, le condanne inflitte ieri ai quattro romeni ritenuti colpevoli dell’omicidio volontario del connazionale Emil Dorvos. Il muratore 40enne era stato brutalmente pestato, sotto gli occhi di moglie e figlio, la sera di domenica 20 marzo 2011 all’esterno della sua abitazione di Coste Grossi a San Colombano. All’origine del litigio tra la vittima e un gruppo di sette romeni (tra cui i quattro condannati per omicidio) futili motivi.
La sentenza di primo grado è stata pronunciata ieri mattina al tribunale di Lodi dal giudice per le udienze preliminari Isabella Ciriaco. Il pubblico ministero Armando Spataro aveva chiesto per i quattro imputati - che sono passati dal rito abbreviato - il massimo della pena: 30 anni di carcere ciascuno. Il gup ha però differenziato le responsabilità dei quattro romeni, condannando dunque a 15 anni e quattro mesi ciascuno Vincentiu G. (40 anni, residente a Camporinaldo) e Catalin B. (31 anni, residente in provincia di Varese). Pene leggermente più lievi, 12 anni di carcere ciascuno, sono state inflitte invece a Ionut Marius F. (31 anni, residente a Chignolo Po) e a Madelin V. (22 anni, residente a Miradolo). I quattro si trovavano già in carcere, a San Vittore. Il gup ha inoltre stabilito una provvisionale di 350mila euro a favore della vedova di Dorvos e di altrettanti 350mila euro per il figlio, giovane studente. I due, che si sono costituiti parte civile, avevano chiesto un risarcimento danni pari complessivamente a un milione di euro: la quantificazione definitiva del danno è stata demandata al giudice civile.
E ancora, sono state pronunciate le sentenze di patteggiamento a sei mesi di carcere ciascuno (pena sospesa) per gli altri romeni, che non avrebbero partecipato materialmente all’omicidio ma sono stati giudicati per omissione di soccorso in quanto non avrebbero prestato nessuna assistenza al muratore 40enne: si tratta di F.J.L. (27 anni, residente a Chignolo Po), I.J.S. (19 anni, residente a Gorla Minore) e S.N. (27 anni, residente a Pieve Porto Morone).
L’avvocato di tre dei principali condannati, Gentian Alimadhi del foro di Parma, ieri mattina presente in tribunale a Lodi per la lettura della sentenza, ha annunciato ricorso, riservandosi di studiare a fondo la sentenza stessa, il cui deposito è atteso entro 90 giorni. «Sono parzialmente soddisfatto - ha commentato l’avvocato Alimadhi - in quanto le richieste di pena erano state di 30 anni. Inoltre sono soddisfatto perché il giudice ha tenuto distinte le condotte degli imputati, considerando un diverso grado di responsabilità. Sono tuttavia insoddisfatto perché uno dei miei assistiti, condannato, non era intervenuto nella rissa».
«La famiglia si aspettava ovviamente pene più severe - ha osservato invece Cristina Scotti, legale che assiste la vedova e il figlio di Dorvos, costituitisi parte civile - le colpe sono state però graduate in base al tipo di partecipazione effettivo. Da legale ritengo che il giudice ha fatto un lavoro non indifferente, differenziando le colpe. Il mio è un giudizio dal punto di vista oggettivo».
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