Arrestati due funzionari dell’ufficio tecnico di Sant’Angelo e i vertici di Italia 90, la società che gestisce la raccolta rifiuti in città. Il nuovo capitolo di Rifiutopoli, che ormai da anni vede impegnati nel Lodigiano i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) per fare luce sugli affari illeciti fra amministratori pubblici e imprenditori, è esploso come una bomba ieri mattina, quando i carabinieri si sono presentati in comune e nella sede della società per effettuare perquisizioni e notificare le ordinanze di custodia cautelare. Nove le persone arrestate, tre nel Lodigiano e sei in Sicilia, dove si trova la sede legale di Italia 90.
In carcere è finito Giuseppe Tacchini, 54enne storico dirigente dell’ufficio tecnico, mentre il suo “vice” Stefano Porcari, 50enne responsabile dei lavori pubblici, residente a Piacenza, si trova ai domiciliari: i due sono accusati di aver favorito, nel dicembre 2008, la società Italia 90 nella gara d’appalto da 5 milioni di euro per la gestione della raccolta rifiuti in città. Ai domiciliari è finita anche Francesca Castellese di Sant’Angelo, dipendente di Italia 90 nella sede di Ospedaletto. Soltanto denunciati, invece, il 50enne D.G. di Fombio e il 44enne G.L. di Palermo, entrambi dipendenti di Italia 90.
Nel “filone siciliano” dell’inchiesta è stato arrestato il titolare della società Italia 90, Claudio Demma, 46enne con precedenti per reati finanziari, portato nel carcere dell’Ucciardone, mentre ai domiciliari sono finiti Mario Madonia (42enne socio unico di una concessionaria autocarri Renault), Susanna Ingargiola (48enne amministratore unico di Italia 90, con precedenti per reati legati all’abusivismo edilizio), Maria Abbate (37 anni, procuratore speciale di Italia 90), Tiziana Gatti (dipendente di 47 anni), Epifanio Napoli (imprenditore di 49 anni, ieri ancora latitante).
Le accuse ipotizzate dai carabinieri e dalla procura nei loro confronti sono molto pesanti. Si parla infatti di associazione a delinquere finalizzata all’acquisizione di appalti pubblici, turbativa d’asta, falso materiale e ideologico, truffa aggravata, rivelazioni di segreti d’ufficio e traffico illecito di rifiuti.
L’indagine è partita nell’aprile 2008, quando per la prima volta arrivarono al Noe alcune segnalazioni relative a eccessivi ribassi (a dir poco sospetti) da parte di Italia 90 nelle offerte per l’aggiudicazione delle gare d’appalto per la raccolta e la gestione dei rifiuti in diversi comuni lodigiani. In alcuni casi si parlava addirittura di atteggiamenti intimidatori nei confronti di società concorrenti.
L’attenzione su Sant’Angelo si concentra invece dall’autunno 2008, quando viene bandita la gara d’appalto con una base d’asta di 5,159 milioni per cinque anni. Italia 90 non vi potrebbe partecipare, visto che il titolare Claudio Demma ha precedenti penali, ma la società viene ammessa ugualmente e - secondo le accuse - addirittura favorita. Il sospetto degli investigatori, infatti, è che a Sant’Angelo l’imprenditore abbia avuto un rapporto “privilegiato” con il dirigente dell’ufficio tecnico: i due si sarebbero incontrati più volte negli uffici comunali e avrebbero addirittura redatto insieme il capitolato della gara. Per quanto riguarda la documentazione necessaria, risultata incompleta, il titolare sarebbe stato avvertito dei controlli per poterli aggirare o per reperire i documenti mancanti.
Al momento di presentare le buste con le offerte, Italia 90 ne presenta due, con ribassi differenti per calibrare l’offerta sulle indicazioni fornite dal funzionario. Ma non basta per vincere la gara, un’altra società (la Meco srl di Trapani) vince e si aggiudica l’appalto.
Ma non è finita. L’amministratore di questa società, infatti, viene “convinto” a rescindere il contratto con il comune durante un incontro avvenuto in dicembre a Palermo, in un concessionario di autocarri Renault. Se la Meco abbia avuto una controparte in cambio di quella rinuncia non è stato ancora appurato, ma viene considerato molto probabile dagli inquirenti. A questo punto il comune di Sant’Angelo, in difficoltà, si affida prima ad Astem Gestioni per superare l’emergenza, quindi a Italia 90, arrivata seconda nella gara d’appalto.
Sempre a Sant’Angelo, nel corso delle indagini, è stato individuato un traffico illecito di ingenti quantità di rifiuti prodotti presso il cimitero cittadino e mischiati illecitamente a rifiuti soliti urbani, per essere successivamente smaltiti con un falso codice nell’impianto di trattamento di Montanaso.
Resta da chiarire perché i funzionari comunali abbiano favorito la società siciliana. Al momento non ci sono riscontri su una possibile corruzione o su “regali” avuti in cambio dei favori. Anche per chiarire questo le indagini sono ancora in corso e potrebbero riservare ulteriori sorprese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA