In Adda è finito sangue animale. È questa la fonte d’inquinamento “riscontrata” in una roggia che poi va a confluire nel fiume tra Spino e Zelo. Sono arrivate, infatti, le analisi effettuate dall’Arpa su richiesta del Comune di Spino. “I valori rilevati evidenziano uno scarico biologico – spiega il sindaco spinese Paolo Riccaboni –; non posso chiaramente entrare nel merito, perché poi spetterà agli organi di polizia appurare eventuali violazioni, ma è plausibile l’ipotesi di scarichi derivanti dalla lavorazione delle carni. Si tratta di un episodio isolato, perché tutti gli altri dati derivanti dalle altre rilevazioni eseguite nel corso degli anni, forniti dalla società che gestisce il depuratore, evidenziano il perfetto rispetto delle norme”. Le analisi dell’Arpa prevedono ben 51 rilevazioni, e permettono di ottenere una descrizione più precisa delle acque prelevate rispetto a quelle della società SCS che invece valuta solo 7 punti. Dalle analisi emerge che la conta batterica, alla data del prelievo, era di 300.000 rispetto ad un limite di 5.000. Valori fuori limite del 6.000% a detta dell’esponente di “Vivi Spino” Andrea Bassani, il quale, nonostante le rassicurazioni del sindaco, mette in dubbio il funzionamento del depuratore.
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