SANT’ANGELO I giardini delle case Gescal ripuliti dai due volontari

L’intervento si è svolto sotto le abitazioni popolari Aler di via Polli e Daccò

«Sporcare è un gesto ignobile e la verità è che non riuscivo davvero più a vederlo così questo parco». E allora non ha aspettato altro tempo Agostino. Ha preso un paio di guanti, dei sacchetti e si è armato di pazienza. Ce n’è voluta parecchia, perché ci ha messo diverse ora, ma alla fine – dopo aver riempito sei sacchi e aver rimosso anche il più piccolo pezzetto di plastica o carta dal giardino – è soddisfatto. Anche perché sul cammino, impegnato nella stessa attività, ha incontrato anche Antonio, con il carrello della spesa del Famila, uno dei tanti accatastati sotto l’atrio di uno dei palazzi, usato dall’uomo per il trasporto dei sacchi e dei rifiuti.

Siamo alle Gescal, il complesso di palazzoni grigi dell’Aler in via Polli e Daccò, alle spalle della circonvallazione interna alla città di viale Trento e Trieste. Perché è qui che Agostino Crivellari e Antonio Gargiulo – Agostino viene alle Gescal a trovare la mamma, Antonio ci vive – si sono dati da fare per ripulire tutto il giardino interno che si snoda attorno ai palazzi grigi. «Sporcare è un gesto ignobile e orribile, ma lasciare sporco e fare finta di niente credo sia altrettanto brutto - racconta Agostino - : non ce la facevo più a vedere il parco in queste condizioni e allora mi sono permesso di chiamare il vicesindaco, gli ho detto quel che volevo fare e mi ha fatto avere tutto i sacchi e il materiale. Ho iniziato giovedì mattina e ho finito venerdì. Ho deciso quando sono arrivato giovedì e ho visto tutto il prato alle spalle dei palazzi, a contatto con lo stradone (la circonvallazione interna ndr) pieno di carta e plastica, anche perché hanno tagliato l’erba e tutto lo sporco è saltato fuori».

Il problema qui è la mancanza di pulizia costante. «Una volta qui era come se fosse un’unica famiglia, si collaborava e durante le feste si facevano delle enormi tavolate sotto i palazzi: era tutto diverso». Mentre Agostino racconta, arriva Antonio, con il carrello e un altro sacco. Anche lui si è dato da fare: ha ripulito un altro pezzo del parco, lì dove non era ancora passato Agostino, condividendo con lui la voglia di darsi da fare, senza aspettare che lo facciano altri.

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